I libri di Agatha Christie sono conosciuti in tutta l’orbe terracquea, tradotti nelle lingue più svariate e apprezzati da milioni di lettori. La scrittrice britannica è stata anche presidente del Detection Club, un circolo letterario fondato a Londra nel 1930 e composto dai più celebri scrittori di crime e mistery inglesi, che si erano addirittura dati un Decalogo, per non ingannare il lettore: tra i vari punti, si escludeva l’intervento di alieni e forze soprannaturali per risolvere il caso e si stabiliva che il colpevole fosse presente sin dalle prime pagine. Gli anni dal 1930 al 1950 sono considerati in letteratura la Golden Age of Crime Fiction. Pensate che questi scrittori hanno scritto un giallo collettivo ‘La strana morte dell’ammiraglio’, in cui ognuno di loro scriveva un capitolo. Ma il nome più famoso, tra tanti noti come Dorothy Sayers, la creatrice di Lord Peter, e G.K. Chesterton, il ‘papà’ di Padre Brown, rimane quello di Dame Agatha, l’inventrice di Hercule Poirot e Miss Marple.

Eppure, se la Christie ha goduto e gode tuttora dell’affetto e della stima incondizionata dei suoi fans, non altrettanto si può dire dei critici. Non pochi le hanno rimproverato l’artificiosità della trama, il conservatorismo dei personaggi e la mancanza di denuncia sociale. Dame Agatha era una donna riservata e ironica e si è sempre lasciata scivolare addosso questi giudizi. Avrebbe potuto rispondere che la complessità della trama è una caratteristica fondamentale del giallo classico, che è una vera e propria sfida d’ingegno e astuzia tra scrittore e lettore, oppure che i suoi personaggi sono legati al contesto storico in cui sono nati. Non si può certo chiedere a una gentile vecchina quasi ottantenne come miss Marple di denunciare i mali della società inglese. Gli investigatori della Christie lottano contro il male che conduce agli omicidi, perché questa è una caratteristica del genere giallo. Non pochi critici confondono infatti il giallo classico inglese e il noir americano, affermatosi grazie al cinema: sono due generi completamente diversi. Sarebbe come rimproverare a Verga di far parlare i suoi pescatori in dialetto siciliano o biasimare Dante perché la Divina Commedia è scritta in rima e non in prosa. Poiché, infine, molti dei critici della Christie sono maschi (oltre che poco conosciuti) il sospetto che un pochino di invidia nei confronti di una donna diventata famosa nel mondo al pari di Shakespeare non credete ci possa essere?