L’educatrice/articolista Cristina Pipoli intervista Patrizia Varnier, la conduttrice del programma radiofonico SisterS

1. Cosa pensi del nostro scambio?

Cara Cristina, da quando ti ho conosciuta fin da subito ho capito che sei una donna determinata e piena di buona volontà, soprattutto armata del sacro fuoco della ricerca di risposta alle ingiustizie. Sai forse meglio di me che questa è una via ardua, densa di sacrifici e di pericoli. Questo approccio alla vita comporta problemi anche nel campo delle amicizie, perché ci si può riconoscere solo fra pari e da qui partire per portare avanti qualcosa di costruttivo e, perché no, anche bello. E questo è ciò che penso dei nostri scambi, in cui ci sosteniamo e promuoviamo ben al di là degli interessi personali. Cominciai, ricordo bene, proponendoti un’intervista per la vecchia emittente cui prestavo la mia opera quando ci conoscemmo, ed oggi tu mi offri di parlare del nostro incontro per Alessandria Today. L’ottica è sempre quella di dare spazio e valorizzazione alle donne. Se l’operazione avviene fra le donne allora siamo di fronte a briciole di sorellanza. Virtù che amiamo entrambe.

2. Cosa pensi quando una giovane segue una più grande?

È una domanda generale? Andando su questo livello credo che sia un fatto assolutamente raro. Non vedo oggi molta intenzionalità, nelle giovani donne, a seguire le strade aperte e segnate da chi è passata prima di loro e prima di loro ha sperimentato difficoltà e limiti, riuscendo magari a superarli.

Vi è invece una grande lotta per affermare la propria presenza se non addirittura esistenza, ma è una ricerca che viene fatta quasi sempre in modo individuale e anche un po’ narcisistico, prediligendo alla persona la personalità. In questo si segue pedissequamente uno schema maschile.

3. Le donne possono oltrepassare questa modalità? Certo che possono farlo, anzi spetta secondo me proprio alle donne mettere in crisi gli archetipi odierni che si basano su una cultura (non necessariamente patriarcale) che la società dà per scontata e su esperienze pregresse che noi stesse ci portiamo dentro e la cui elaborazione richiede un lavoro accurato e anche molto lungo. Le alternative però esistono, e consistono proprio in una diversa attenzione e valorizzazione di un atteggiamento diverso, che mette al primo posto la persona.

È questa la caratteristica, non assoluta bensì precipua, dello sguardo femminile. Questa operazione non può sussistere se non nella modalità del rispetto reciproco. Allora non sono io “più grande” a dover dare indicazioni o pareri, perché nel rispetto esiste l’individuo col proprio bagaglio di esperienze,e solo su questo ci si deve basare. Personalmente faccio fatica a considerarmi “più grande” perché considero la mia vita come esperienza continuamente in divenire e perciò capace di imparare sempre da tutto, anche da chi ha meno anni di me. Vero è che la maggior quantità di vita regala anche maggiore capacità di giudizio e valutazione degli esseri umani. Spetta però al cuore delle persone che ciò avvenga nella misericordia o nel risentimento rancoroso. E questa è una variabile infinita.

È anche per questo che mi suona strano dover limitare il giudizio sui rapporti a quelli fra giovani donne e donne meno giovani, perché nella donna esiste una predisposizione all’accoglienza che impronta il rapporto col mondo. Ciò permette di estendere questa modalità di rapporto ai rapporti fra tutti gli esseri umani. In questo modo noi donne possiamo diventare esempio e stimolo per tutta l’umanità.

4.Come lo descriveresti il nostro incontro?

Improntato nel modo più alto a quanto esposto prima. Siamo due persone attente ai valori umani ed è questo che arricchisce i nostri incontri. E il nostro è un rapporto vero.

5.Cosa pensi di Diario di bordo salentino?

E’ una pagina ricca, votata alla valorizzazione delle bellezze naturali del Salento e della sua produttività. Lodevole iniziativa.