Incastonato tra le pieghe della Val Trebbia, a un respiro dal cielo, sorge Ceci, un antico borgo che si adagia su una quota di 880 metri sul livello del mare, dove storia e natura si fondono in un tableau vivant di rara bellezza. Il viaggio verso Ceci, iniziando da Bobbio e serpeggiando verso l’altopiano del Monte Penice, è un’ascesa verso un passato ancora vivo, verso un luogo dove le radici culturali e la memoria della terra si esprimono in ogni pietra, in ogni via.

Nato come cella monastica per l’allevamento di pecore, Ceci conserva la sacralità delle sue origini nella chiesa dedicata a San Policarpo, un edificio che, sorto nell’IX secolo e ricostruito nel 1153, si è trasformato nei secoli rimanendo sempre al cuore della comunità. Stretta tra le case, la chiesa è un simbolo di continuità e di fede, un punto di riferimento per i residenti e per coloro che tornano per riscoprire le proprie radici.

Il paese si presenta come un mosaico di gruppi di case – Case di Qua, di Là, di Sopra, di Sotto e La Chiesa – che si aggrappano alla montagna, quasi a volersi proteggere dallo scorrere inesorabile del tempo. La strada che fiancheggia il gruppo La Chiesa conduce verso il Brallo, un cammino che ha visto il passaggio di generazioni di abitanti, ognuno con la propria storia, ognuno con il proprio legame indissolubile con questa terra.

Ceci, un tempo cuore pulsante di una comunità di circa duecento anime, oggi vede pochi abitanti fissi. Tuttavia, la vita non ha abbandonato questi luoghi: molti ritornano durante l’estate, e non mancano coloro che, attratti dalla quiete e dalla bellezza, fanno capolino anche nei fine settimana. È un legame inossidabile, quello che unisce la gente di Ceci al proprio borgo, un cordone ombelicale che non si spezza nemmeno di fronte alla dispersione moderna.

Nonostante le sfide demografiche, Ceci si prepara a rinascere ogni anno sotto la neve che imbianca le sue valli e i suoi tetti. A Le Vallette, una pista per lo sci di fondo attende quei fiocchi che promettono divertimento e sport, mantenendo vive le tradizioni e le attività che un tempo erano quotidiane.

Ceci non è solo un paese: è un capitolo di storia viva, una finestra aperta sul passato, un balcone da cui ammirare l’imponente natura della Val Trebbia. È un invito a riscoprire la semplicità, a riconnettersi con la propria storia, a vivere un presente che, seppur cambiato, non dimentica e non rinnega le sue origini. Ceci è una memoria, è un abbraccio tra le generazioni, è una promessa che ogni inverno si rinnova sotto il manto candido della neve.

Foto e idea da: La valle delle favole