La poesia “Sono nata il ventuno a primavera” di Alda Merini è una meditazione profonda sulla nascita, la follia e la ciclicità della vita. L’autrice ci porta nel cuore della primavera, una stagione di rinascita e rinnovamento, e ci invita a riflettere sul mistero della creazione e delle emozioni umane.

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Da: https://www.aldamerini.it/?page_id=10572

La Nascita dell’Anima e la Preghiera di Proserpina in “Sono nata il ventuno a primavera” di Alda Merini

La poesia inizia con la dichiarazione della data di nascita dell’autrice, il ventuno a primavera. Questa data, simbolicamente legata alla stagione della rinascita, suggerisce una connessione profonda tra la sua nascita e il potere rigenerante della natura. Tuttavia, questa nascita è accompagnata da un senso di inquietudine e turbamento, poiché Merini afferma di non sapere che nascere “folle” potesse scatenare una tempesta.

Il riferimento a Proserpina, la dea romana dell’oltretomba, aggiunge un ulteriore strato di significato alla poesia. Proserpina è spesso associata al ciclo della vita, alla morte e alla rinascita. La sua vista di pioggia sulle erbe e i frumenti suggerisce un senso di tristezza e perdita, e il suo pianto serale diventa una sorta di preghiera.

La poesia di Merini sfida la percezione tradizionale della nascita come un momento di gioia pura. Invece, la nascita è presentata come un evento che può portare confusione e turbamento, e la follia che ne consegue può scatenare tempeste emotive. La presenza di Proserpina aggiunge un elemento di mitologia e simbolismo, sottolineando la complessità della condizione umana.

In conclusione, “Sono nata il ventuno a primavera” di Alda Merini è una poesia che esplora il mistero della nascita e delle emozioni umane. È una riflessione profonda sulla ciclicità della vita, sulla complessità della mente umana e sulla connessione tra l’individuo e la natura. La poesia ci invita a contemplare la bellezza e la complessità della vita, anche quando essa è accompagnata da sfumature di tristezza e incertezza.

Sono nata il ventuno a primavera, di Alda Merini

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

(da “Vuoto d’amore”)