Il Professor Juan Manuel Quintana, docente di viola da gamba del “Vivaldi”, racconta le sonate di Bach che eseguirà mercoledì 10 aprile in Auditorium Pittaluga con Céline Frisch.  

Quattro sonate di Bach per due interpreti eccellenti del clavicembalo e della viola da gamba, strumenti antichi che hanno vissuto un periodo di grande popolarità proprio all’epoca di Bach (1685-1750) e che è possibile studiare e conoscere anche oggi  al conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria. Questo il programma in sintesi del decimo appuntamento de i Mercoledì del Conservatorio, che si terrà il 10 aprile alle 17 in Auditorium Pittaluga (via Parma, 1 – Alessandria) a ingresso libero, e che prevede (dopo l’introduzione degli allievi Anita Maiocco, soprano, e Aleandro Diaferia, pianoforte, che ci faranno ascoltare brani di Wagner e Ravel)  l’esecuzione delle sonate BVW 1028 in re maggiore- Adagio/Allegro-Andante-Allegro; BWV 1027 in sol maggiore, Adagio-Allegro ma non tanto-Andante-Allegro moderato; BWV 1032r in sol maggiore – Vivace-Largo e Dolce-Allegro; BWV 1029 in sol minore – Vivace-Adagio-Allegro da parte del professor Juan Manuel Quintana, docente di viola da gamba al “Vivaldi”, e della clavicembalista francese, Céline Frisch

Abbiamo chiesto al professor Quintana di raccontarci se le sonate BVW 1028 in re maggiore, BWV 1027 in sol maggiore e BWV 1029 in sol minore (solitamente classificate come sonate per viola da gamba e clavicembalo) furono scritte veramente per questi strumenti e lui ci ha risposto:
Non possiamo avere la certezza assoluta che Bach le avesse originariamente scritte per viola da gamba e clavicembalo, non essendoci  manoscritti autografi del compositore, ma del resto, che siano originali o meno, queste sonate occupano un posto centrale nel repertorio di ogni gambista, poiché sono di una ricchezza e profondità rare nel vasto repertorio della viola da gamba. Mentre la sonata BWV 1032r in sol maggiore, sappiamo che fu scritta da Bach per flauto e clavicembalo, ma, a ben vedere, l’opera non è né più né meno idiomatica per la viola da gamba rispetto alle altre sonate del nostro programma. Dobbiamo tenere presente infatti che nel XVIII secolo, quando la viola da gamba iniziò il suo declino, era una pratica molto comune trascrivere per la viola da gamba opere scritte originariamente per altri strumenti, di solito il violino o il flauto traverso.


Abbiamo domandato anche al professore di spiegarci in cosa consiste la bellezza di questi pezzi, confrontandoli tra loro. Ci ha risposto che

Sono tutte opere contrappuntistiche a tre voci in cui entrambi gli strumenti partecipano a costruire l’armonia a tre voci (considerando le due mani del clavicembalo come due voci). Si parla infatti di “trisonate” e non di sonate solistiche per viola da gamba con accompagnamento di clavicembalo, perché c’è un dialogo permanente tra tutte le voci.

Ma non c’è unità stilistica tra le opere e molto probabilmente sono state scritte in momenti diversi della vita del compositore. La sonata in sol maggiore 1027 è una vera e propria “sonata a tre” in quattro movimenti con i suoi tempi veloci di grande complessità contrappuntistica. La sonata in Re maggiore si può dire che sia stata scritta in uno stile più moderno, galante se vogliamo. Gli allegri sono modellati sui brani orchestrali: il quarto movimento ha delle vere cadenze per ogni strumento che ricordano i suoi concerti per violino o clavicembalo. 
La Sonata 1029, come abbiamo detto, sembra la riduzione di un “Concerto” in tre movimenti per due strumenti solisti dove le sezioni “solo e tutti” sono chiaramente visibili. La scrittura del secondo movimento è degna di nota, identica nella forma e nell’andamento a quella del secondo movimento del 6° concerto brandeburghese. L’allegro finale con un tema fugato non si discosta stilisticamente da nessuno dei suoi grandi concerti. È un’opera di grande forza espressiva e drammatica. 

Sulla difficoltà di ascolto dei pezzi Quintana aggiunge:
Ovviamente un ascoltatore colto avrà più elementi per apprezzare in modo più approfondito il contenuto delle opere, soprattutto a livello formale, ma una delle grandi virtù della musica di Bach è che la sua forza e la sua eloquenza raggiungono sempre il pubblico sensibile a prescindere dalle sue conoscenze.

E sui motivi della scelta dei pezzi il professore ci fa sapere che:
Con Céline Frisch abbiamo eseguito spesso queste sonate fin dagli anni di studio alla Schola Cantorum di Basilea. Abbiamo realizzato una registrazione per Harmonia Mundi France che è stata premiata dalla stampa specializzata. Siamo molto felici, dopo tanti anni, di poter continuare a imparare e condividere la musica di Bach.

CONOSCIAMO MEGLIO GLI INTERPRETI


Juan Manuel Quintana è nato a Buenos Aires. Da molto giovane arriva in Europa per studiare la viola da gamba con Arianne Maurette a Ginevra, poi a la Schola Cantorum Basiliensis con Paolo Pandolfo e al Conservatorio Superiore di Parigi con Christophe Coin.
Ha una grande reputazione come solista e nella musica da camera che lo ha portato ad esibirsi nelle più prestigiose sale d’Europa, Stati Uniti, America Latina e Giappone con Hesperion XX-XXI, Concerto Vocale, Les Musiciens du Louvre e altri, partecipando a numerose registrazioni per la ArchivProduktion, Harmonia Mundi France, Glossa, Alia Vox, Alpha…
Come solista ha realizzato alcune registrazioni per Harmonia Mundi France che hanno ricevuto riconoscimenti dalla critica specializzata. Ha diretto numerosi progetti tra cui le tre opere di Monteverdi e «Agrippina» e «Rodelinda» di Haendel.
È regolarmente invitato come insegnante di viola da gamba e musica da camera in diversi corsi in Italia, Germania, Spagna e Sudamerica Nel 2009, a Buenos Aires, è stato premiato con il premio «Konex» come miglior strumentista del decennio. Da Novembre del 2022 è insegnante di Viola da Gamba presso il Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria.


Nata a Marsiglia, Céline Frisch ha iniziato a suonare il clavicembalo all’età di 6 anni. Dopo aver studiato con Andreas Staier e Jesper Christensen presso la Schola Cantorum di Basilea, ha rivolto la sua attenzione principalmente al lavoro come solista e come membro dell’ensemble Café Zimmermann, fondato nel 1998 con Pablo Valetti. È stata invitata ad esibirsi nelle sale da
concerto più prestigiose del suo Paese e all’estero. Le sue interpretazioni della musica di Johann Sebastian Bach le sono valse le recensioni più calorose della stampa musicale
internazionale. Oltre a Bach, le sue affinità l’hanno portata a suonare la musica francese dell’epoca di Luigi XIV, le opere dei virginalisti inglesi e la musica tedesca del XVII secolo. Le piace anche esplorare la musica del XX secolo e la creazione contemporanea (Manuel de Falla, Alfred Schnittke, Henri Dutilleux e Gyorgy Ligeti). Dedicandosi alla musica di Bach, D’Anglebert e Rameau, tra gli altri, le sue registrazioni sono state tutte acclamate da critici eccellenti e premiate con i più alti riconoscimenti dalla stampa specializzata.

La rassegna i mercoledì del Conservatorio è realizzata con il contributo di Regione Piemonte, l’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti. Tutte le informazioni sono disponibili al sito del Conservatorio in aggiornamento continuo: www.conservatoriovivaldi.it

In allegato le foto di  Juan Manuel Quintana e Céline Frisch