L’OMBRA NON SUPERA LA LUCE

Simon Weil, poeta di spirito religioso, diceva che ” il popolo ha bisogno di poesia come di pane”. Un margine bianco, che il poeta trasforma in voce pura che parla, e non in fiore dell’oblio nello spirito del tempo. E’ nel fascino del mistero che riemergono i sogni della sofferenza e della tragedia di un paesaggio umano, crisalide di luce e di vita. Il tempo si riappropria di se stesso: è sangue vivo nella roccia, spogliato della propria identità. Un’eutanasia priva di piaghe in contemplazione religiosa legata ai sacri valori della vita nella loro armonia universale. L’infanzia, la memoria, il dubbio, il soffrire e l’amore quale sogno irripetibile e personale di un’osmosi nucleica quanto integrale, di una realtà innocente quanto drammatica, eppure profondamente umana. Poesia come fonte di luce, superamento delle tenebre, vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio. L’amore colto nel vero significato di questo complesso e totalizzante aspetto della vita, non come relazione con una particolare persona: ma attitudine, orientamento di carattere che determina i rapporti della singola persona col mondo e non verso un ”oggetto” da amare. Amare una sola persona ed essere indifferenti nei confronti dei nostri simili, non sarebbe amore, ma attaccamento SIMBIOTICO o un EGOTISMO portato all’eccesso. La maggiore conoscenza è congiunta indissolubilmente all’amore… Non va confusa la debolezza dell’individuo, che è una condizione transitoria, con lo stato normale e permanente. (ERICH FROMM – ”L’arte di amare”). In questa silloge, ”L’ombra non supera la luce ”, luce e ombra si inseguono, si alternano, ma l’una contiene l’altra, l’eterna lotta tra la vita e la morte, tra il bene e il male, la visione del mondo e della realtà nei suoi molteplici aspetti, coi principi e i valori assoluti che non possono essere dismessi. L’ombra mai fine a se stessa, ma come viatico, attesa della gioia. Uomo – Natura – Vita non come percorso singolo, ma simultaneo. La condizione della donna, il mito, la guerra, il terrorismo, Dio, assente dai pianeti in quanto nascosto, la fame nel mondo, gli egoismi, le ingiustizie, l’arroganza, l’indifferenza, il dolore che colora il linguaggio e, spesso, dà sapore all’inesprimibile. Presenza e regia di una psiche quasi sempre minata e in disparte, che accetta e vive i due ruoli (quello di ombra, che è agonia, coagulo del sangue, in un labirinto che disorienta, dove la mente è il bisturi e il corpo l’anima che si spoglia della propria identità), attraversa tutte le declinazioni del dolore per impadronirsi di esso, per ritrovare dignità e dimensione, essere presenza, dunque del tempo e della storia. La traslazione dell’Io in simmetria col suo diorama dionisiaco. Strumento e ricerca, nella notte che non è sepolcro, ma grazia dell’attesa, metamorfosi della coscienza dove il sangue si fa fantasia e la vita e la speranza riemergono come luce dai fondali. E’ il sorgere dell’anima ma anche della coscienza e della saggezza. Le vite ci appaiono come fiumi, rami, raggi che si separano ma poi si intrecciano, diventano sfere, radici, oceani. Si annulla la dispersione nell’unità del divino. Abbiamo il mondo, alimentato della nostra interiorità, dalla sfera inconscia ed oscura della nostra mente e dei nostri sensi, dal rapporto costante e biunivoco con l’umanità, con le molteplici realtà prossime o lontanissime nelle quali siamo immersi e con le quali interagiamo. E’ la sincerità dei sentimenti che gratifica il poeta, la toccante consapevolezza che fa vibrare l’anima più del fuoco che purifica; il suo respiro che non è che un punto infinitesimo nelle maglie dell’Umanità, su una strada senza fine; il donarsi del poeta in una intimità, quasi sacrale, perché la poesia è soprattutto silenzio, è la lunga gestazione di ciò che spesso le parole non riescono ad esprimere. Ma è proprio in quel silenzio assordante che le distanze si annullano, si precipita nell’inconscio rigenerato dal rito dell’Amore, esplode la vita nel suo continuo donare: la parola si separa per giungere alle vette dello spirito. E’ la metamorfosi del pensiero nel crudo realismo degli abissi. Il sangue tace e il cuore compone restituendo alla parola verità, dignità, splendore. Si sosta in una zona intermedia della realtà (tra coscienza materiale del mondo e spiritualità), tra il polo della mente e quello dell’anima. La vita sorge dal vuoto come per incanto e il Mito e l’Amore sfrondano le angosce. Si ha l’impressione di essere in una maglia luminosa che attrae e allo stesso tempo ci fornisce le immagini più disperate e le tensioni più diverse. Realizzare un mosaico di tanti frammenti in una realtà che ci sovrasta e in cui siamo immersi significa scendere in apnea nella memoria e uscire non con un verso, ma con il corpo e il peso della nostra coscienza, con la medesima realtà delle nostre emozioni, sentimenti, sensazioni, con l’assurda speranza di cogliere almeno l’ombra di una ragionevole luce. Poesia: voce dello Spirito, anima, mente, coscienza. Voce simultanea di tutte le cose senza circostanze né limite, su piani o livelli. Poesia come sintesi emotiva, coscienza critica del Tempo, come luogo ”a parte” dell’esperienza umana nel nostro bisogno e rifugio del genere umano. E’ un fenomeno essenzialmente sociale in quanto scaturisce dalla mente dell’individuo. E’ un lungo, interminabile viaggio nell’anima, l’esperienza di un’emozione diretta ad un animo disposto a comprenderla e va vissuta intensamente, perché è il dono più prezioso dell’attesa. E’ il nostro animo che si riveste di fascino e rigenera i confini tra passato e presente, tra verità e menzogna, tra fede e sogno. Come il fiume che scorre e si fa carezza e parola. Solo il cuore riesce a trovare accordi di suoni e colori. Il segreto della vera poesia è la cieca comunione dello spirito che dall’oscurità dà voce alle forme. L’uomo ha bisogno della parola (certezza) che è la necessità dell’espressione dello stesso per raggiungere una maggiore consapevolezza di sé nel mondo. Non esiste, infatti, il vuoto concepito fuori dalla nostra realtà che è insieme ardore e tormento e che si concretizza con la capacità della visione, che è la resa di un’emozione vissuta e sofferta intensamente: battito e silenzio della stessa voce. E’ il caos dell’Infinito, col suo ordine sotterraneo. E’ l’ombra che veste l’incerto (che circoscrive il limite e l’ottusità, la disperazione del nulla) dove l’essere abita il corpo ma rimane estraneo al cuore, incapace di mostrare sé stesso nella sua fragilità e nella propria tristezza. Il consumismo fa perdere i valori umani e sociali e la poesia come l’Amore induce a subire un progressivo avvicinamento ai valori della fede nella vita familiare, civile e politica. Dà senso e valore alla propria esistenza. Senza poesia non c’è vita. L’uomo sarà concime del suo sangue ma la parola non sarà mai cenere. Un animus privo di poesia è come un paese debole laddove la famiglia è in crisi. L’individuo vive in una cortina di nebbia che sfuma i contorni di una realtà che è la tomba della parola muta, la totale mancanza di quel suo Amore. Poesia, dunque, come coscienza del tempo. Il viaggio del Mito attraverso la parola, purezza del fuoco nella solitudine, dono del sogno che ci accompagna fino alla morte nella nenia del dolore. Poesia come sapore di conoscenza offerta quotidianamente nel canto della parola. Evitare di gareggiare per somigliare ad altri ma essere se stessi. Non aspettare che la nenia del dolore (tenebra) ci avvicini. Vivere la parola, bere nel calice della luce e non dividere la terra con i morti. Poesia come verità. Poesia come donna. Urgenza della parola come passione per il nudo (Verità) e bellezza femminile (gioia del cuore) – (vedere Sade e Masoch), l’inconscio e il problema del doppio, la vita come Arte e Arte come vita. (Freud) e la psicanalisi dei sogni, (poesia come parola sul trapezio.) (Freud). Un susseguirsi di vero e falso, fantasmi, suicidi e omicidi per amore, l’anima schiacciata dalla psiche, il colore si sovrappone, una parola ingoia l’altra. La parola libera come l’acqua (ci riporta alle ondine nei miti germanici). La qualità che i Russi stimano di più è il possesso di Dusha, cioè dell’Anima (mantenere intatta e difendere la percezione di ciò che è immenso e puro). Poesia come luce. Un lungo viaggio dall’ignoto al consueto, il palpito espressivo come metafora dell’esistere dunque, una resa espressiva e ricerca creativa della parola che la eterna sulla carta, ne anticipa i tempi, il compiersi dell’espressione, il possesso della metafora (parola), la gioia dell’ottimismo che lega persino due anime sconosciute; le radici della memoria che legano mari, tempi, dimore, che trascinano due menti in sintonia in quell’amore stupendo che ci rende ospiti l’uno nel cuore dell’altro, guanciale su cui riposare, dove corpo e mente trasmigrano: la coscienza diviene realtà e non sospensione del tempo dove impera il vissuto, l’esperienza del quotidiano che focalizza la visione della vita e della morte, nel nostro immaginario, bensì nella piaghe del nostro respiro. Il poeta entra in rapporto con la propria essenza, vive la poesia in modo estremo, radicale, definitivo. E’ amore per la ricerca senza fine, la conservazione di un modo originario di vivere, l’ampiezza di interessi e conoscenze: la vita con le vicende che l’attraversano. Il tempo trasformato in poesia, dunque, forma artistica, che rivela il sogno e la realtà, ma soprattutto l’emozione che è la propria anima allo specchio, il riflesso di quel magma mentale in incubazione, l’altra isola del cuore, ciò a cui neppure lo stesso poeta attinge e rimane sconosciuto persino a se stesso: è il momento del sacro. E’ la poesia come vita, come esperienza e va cercata nel polso della gioia, colta sulla cima dei sensi, che ci rende profondamente veri, profondamente umani nell’eternità della luce e della sapienza. Poesia del Dolore, poesia della Luce, poesia della Vita. – ”Voi cercate una vita felice in un paese di morte: non è lì. come potrebbe essere una vita felice ove manca la vita?” Da ”Le Confessioni” di Sant’Agostino. La Poesia, dunque, è amore, vita, sogno di tutti i tempi e come l’Amore ”ha orrore di ciò che non è sé stesso” (H. de Balzac) in quanto ”vita è un sonno, l’amore ne è il sogno, e avrete vissuto se avrete amato” (H. de Musset). Poesia come speranza certa e segreta, coraggio e non prudenza, fuoco che rivela ciò che il gelo nasconde, emozione, passione. Usando a prestito una frase di AI QING ”Nessuno può andare contro la verità del suo cuore”. La POESIA siamo noi!

Maria Teresa Liuzzo