La poesia “Per te ragazza” di Horion Enky è un’ode struggente all’amore perduto e alla memoria di ciò che fu. Enky tesse con parole piene di nostalgia il ricordo di un sentimento che un tempo ha riempito la vita di musica e risate, e ora sembra svanire come fumo nel vento.

La poesia si dipana attraverso interrogativi che riflettono un cuore in cerca di risposte, mentre il passato si allontana inesorabilmente. Le parole dell’autore raccontano di un tempo in cui la felicità si celava in uno sguardo timido, ora trasformato in un’ombra sfuggente, simile a rivoli di nuvole che si dissolvono nel cielo.

Con immagini potenti, Enky descrive la trasformazione di un legame che una volta sembrava magico, in un silenzio gravido di assenza, dove le auto della vita corrono in direzioni opposte. Il poeta rivela un’anima che anela ancora a quegli occhi che gli permettono di vedere se stesso, riconoscendo che alcune cose, come il fuoco interiore, sono impossibili da eludere.

La poesia si fa appello all’altro, una richiesta di parole che parlino ancora di bene, un desiderio di non lasciare che il tempo cancelli i giorni d’amore condivisi. Enky, nella sua lirica, cattura l’essenza di un amore che, nonostante la distanza, continua a risuonare nelle strade della città, un grido che non vuole essere dimenticato.

“Per te ragazza” è un testamento alla forza dei ricordi e alla struggente bellezza degli amori che hanno lasciato un segno indelebile. Enky, con grande sensibilità, ci invita a riflettere sulla sofferenza che il cuore prova di fronte alla perdita, e sulla lotta per conservare quelle “giornate d’amore” che continuano a riscaldarci l’anima.

PER TE RAGAZZA – HORION ENKY
Quante parole dovrò scriverò ancora per te ragazza.
Quante cose dovrò nascondere nella mente.
Avrò bisogno di chiederti delle nuove scuse,
per ritrovarmi nelle tue certezze.
Quante possibilità ho ancora ridere con te,
in questa casa dove si è spento il sorriso.
Non risuona più nessuna musica da cantare insieme,
forse non c’è più tempo per i ricordi.
Timidamente ti guardavo, ma ero felice.
Ora questi momenti li rivivo come rivoli di nuvole.
Eppur ho bisogno ancora dei tuoi occhi per vedere me stesso,
molte cose non si possono evitare quando il fuoco dentro te ti si accende.
Quante cose non ho terminato da quando ti ho incontrata,
le vedo fuggire dal mio viso quando mi guardo allo specchio.
Dov’è finita quella magia nata dall’incontro,
ora sembriamo due auto che sfrecciano al contrario.
Parlami ancora, parlami del bene, non lo nego che ti volevo.
Invece ora sei solo un ricordo del giorno dopo,
un grido che si lacera tra le via della nostra città
mentre tutto cambia lentamente.
Io volevo solo ancora tempo per capire,
perché la sofferenza rabbrividisce il cuore,
per non cancellare le giornate d’amore.