Lui guarda dal terrazzo quelle luci sfavillanti che il cielo sa donare, nelle notti chiare, e si domanda quando mai avrebbe potuto ammirare così tanta bellezza, che ora dopo un mese e più di assoluta ristrettezza d’inquinare, espande tutta la sua vera lucentezza, si emoziona anche a questa assurda incongruenza di un virus che per oltre è maligno e arreca invece tanta tristezza.

Lei guarda dal terrazzo quelle luci sfavillanti che emanano le stelle, sono luci belle e carezzevoli, che danno quel senso di piacere e di tenerezza, ora che di pace e d’amore c’è n’è tanto di bisogno a colorare questi giorni che di luce se ne intravede poca e quella che appare è ancora ricoperta da un velo di possente nebbia da non trasparire.

Loro guardano dal terrazzo quelle luci sfavillanti e la mente vaga a quei momenti che le avevano notate, in una di quelle notti passate sulle strade a camminare o sopra ponti di fiumi ad attraversare, in città semi deserte ma con la cognizione certa, che tanti erano in casa solo per la volontà di andare a dormire e perchè l’ora era tarda, oppure viste sulla riva del mare a chiacchierare sul cosa fare nel giorno a venire, sentire che altri come loro erano distanti ma presenti a rimirare, quel cielo pieno di stelle a sfavillare.

Io guardo loro dal terrazzo dirimpetto, e penso per quanto ancora avremmo da sognare questo cielo aperto sopra un mondo vuoto che anche le stelle forse ci stanno a guardare e pensano che un giorno,

dimenticate e perse, si spegneranno insieme perchè nessuno gli dona il dovuto sguardo e gli lancia un sogno da realizzare.

E tutti stiamo a guardare quelle luci sfavillanti che non si spegneranno come ho pensato ma che nel cuore nostro già, forse, hanno cominciato a farlo o lo vorrebbero ma glielo impediamo di poterlo esaudire, questa volta siamo noi a gestire il sogno e non farselo dalle stelle frantumare.

Roberto Busembai (errebi)

Immagine web: By Pascal Campion