Se frughi tra la cenere ci riverserai un po’ del… di Armando Saveriano
Se frughi tra la cenere
ci riverserai un po’ del tuo silenzio
la rapidità d’una lacrima
con cui comporrai le cose tue morte
come figlie sparate sulla strada
colpite nel petto
le bocche rosse di quel vino
che fa corona all’animo
Spezza una sigaretta
siedi sopra il muretto
scuoti pure la testa
e i cocci difficili non lasciarli
affondare
travolgerebbero il cuore
e non potresti risalire più
il sentiero che conduce alla montagna
Non sai che cos’altro aggiungere
alla coscienza che sei sola battuta scheggiata
separata dalle illusioni che ti segnano a dito
Non credere però che t’ha inghiottita il tempo
hai ancora piede per il tuo luogo
e pelle liscia per l’ombra
un fil di fiato insperato sorriso
e un seme che presso di te marca le sillabe
e impara
Tu del resto istruisci il dolore
fa’ che pur fumante non infierisca
e oltre le palpebre sparga l’inganno
Da’ all’amore un lunedì e due ben piantate grucce
Gli alberi mettono le foglie i tigli gli aceri il paziente faggio
i tuoi attimi tra calamaio memoria e erpice
continuano la storia