di chi? è ora il turno
dopo che l’assenza
di un “è lui a bussare”
ha iniziato la nostra partita
continuum di invisibili saccheggi
robaccia da vecchi dolori
in botti di rovere
altrui
con trenta grammi di fiele
e un tempo crollato sulla bocca mia tua
prima dei baci
erano prigioniere le nostre mani
e i sogni impiccati al palo di furfanti speranze
fingevamo di dormire
leccando mostarda dolce sul cuscino
mentre centellin-
-amavamo
le nostre paure
e io incinta dei tuoi pensieri...
gira lentamente lo spiedo
accompagnami a uscir fuori da te
conducimi in spaesate ombre
a scolorire ogni esplosione
si scrive di una vita o di una morte
che non ci sappiamo dare