UNA STRADA, Vittorio Zingone
UNA STRADA
Una strada pavesata
con i colori dell’arcobaleno
s’inoltra nel verde intenso delle selve
che s’innalzan fino al cielo;
nessuno percorre quella strada,
nessuno è ai margini di essa
a mirarne i magici colori
salvo i curiosi cronici
che osservan la natura
stagion dopo stagione .
Sappiamo noi immaginarci
un mondo senza l’uomo,
senza colui che narra
la quotidiana storia,
senza colui che è
“misura di tutte le cose,
di quelle che sono
in quanto sono,
di quelle che non sono
in quanto non sono”?
No, davvero no,
a pensare di non essere
ci si sente soffocare,
Ci coglie insopportabile magone;
con tutti gli accidenti
che ci minano lo spirito e la carne
noi ambiamo essere
protagonisti incontrastati della storia
non solo della terra, ma dell’universo intero.
Chi, al nostro posto,
prenderebbe coscienza
dell’esserci infiniti esseri viventi, non viventi
su questo bel pianeta intelligente?
Chi scioglierebbe inni
alle mille e mille meraviglie
che son diffuse negl’infiniti cieli?
Chi narrerebbe in melodia,
in divine immagini,
in pura poesia
com’è bella un’iride
che si staglia fra le nubi
dopo forti piogge, temporali?
Chi si porrebbe dinanzi alla creazione
per intuirne e lodarne il magnifico Fattore,
la suprema perfezione?
Chi per queste ed altre meraviglie
canterebbe inni di riconoscenza;
chi mai cadrebbe in estasi
dinanzi alla fioritura delle piante,
ai disegni che si van materializzando
in cielo con le nuvole,
chi si delizierebbe
per i profumi lievi o intensi
che vagano nell’aria
in giorni ventilati, asciutti
in ben riuscita primavera?
Noi camminiamo
per le strade infinite della vita
recando con noi,
bagaglio necessario,
ciò che ci consente il codice genetico
che agli albori del nostro
umano essere nel mondo
ci fu assegnato da un Quid
che ci sovrasta, che ci guida.
Grazie, nostro caritatevole amico,
nostro gratuito, meraviglioso Creatore.
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