Ricordo un paese, Luciano Testai
Ricordo un paese 2006
Ricordare antichi profumi di un vecchio
paese, perché ricordare colma i giorni
della vita………
Pietre di un lontano passato che hanno
fatto da cornice a un paese che somigliava
a un presepe, in parte demolito dalla guerra.
È il paese dei ricordi, fra sole, profumi, fra
felicità e paure.
Era il paese incantato dei nonni, custodi
di boschi e olivi, col cielo sulla schiena a
bagnare col sudore la fatica dei giorni.
Ricordo il profumo dei funghi del sottobosco,
profumi di erbe selvatiche, l’erba di S. Giovanni,
menta rosmarino, ginestre in fiore.
Il profumo delle sorbe non mature che legavano
la bocca, i corbezzoli, le more, i fichi, l’uva
dall’aspro sapore.
Frutti del sapore di natura incontaminata,
l’acqua del canale, dove creature d’acqua
dolce, e persino granchi bianchi come la luna,
vivevano nascosti sotto i grandi massi che il
tempo dei secoli aveva precipitato in fondo
alla valle.
Profumi di balze riarse dal sole, profumo di
pane cotto nella legna, profumo di olio appena
franto, odore di castagne seccate nel canniccio.
Melodie di cascatelle d’acqua del canale
accompagnate dal respiro del bosco, rotto dal
suggestivo canto del cuculo.
Poi, improvviso , quest’incanto si ruppe, come
un sogno finito, finì fra lamenti di gente morente
fra un pianto di pietre cadute, la guerra lasciò
un segno indelebile nell’anima di grandi e piccini.
Come rimasero nell’anima quei profumi indimenticabili,
profumi di gioventù, profumi dei nostri avi, dei nostri nonni, precipitati nell’oblio, come quei massi in fondo alla valle, dove scorre il ricordo che lentamente scivola verso il mare.
Luciano Testai
Foto la campagna appena ieri