LACRIME, Gregorio Asero
LACRIME
Non sospendere la tua danza
giacché mi vedi arrivare dal mio inferno.
So ben che le mie lacrime danzano al tuo cospetto
come vergini dal fiore appassito
e ti cantano con schermo della mia solitudine.
La mia canzone è la nenia di Cupido impazzito
di colui che ti guarda negli occhi
per uno
cento
mille anni.
Lo so col mio sguardo rigato di lacrime
io posso solo parlarti della vita che sprofonda
e tu ridi sarcastica quando ti chiamo strega.
Si lo so io sono un uomo che chiama la morte amica
ma gli uomini si sa son senza virtù.
Io ti parlo della mia solitudine
e tu con la tua selvaggia saggezza
mi sorridi adirata.
Vorrei quasi tu fossi la mia collera
che in fondo sai bene
sarebbe meglio della mia saggezza.
Ma siamo in tre a correre per questo pazzo mondo
Io!
Tu!
e la mia amante: la vita che fugge.
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da “Poesie Sparse”
gregorio asero
copyright legge 22 aprile 1941 n. 633
foto pexels