Per 1 alessandrino su 4 è importante privilegiare prodotti sostenibili o ecofriendly

Giornata della Terra: Covid spinge svolta green, dalla sharing economy al biologico

Necessari interventi radicali sullo stile di vita, privilegiando il Km0 più attenzione al territorio

Coldiretti. Alessandria: La pandemia spinge la svolta green nei comportamenti con più di un alessandrino su quattro (27%) che acquista più prodotti sostenibili o ecofriendly rispetto a prima del Covid. 

E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata della Terra. Dall’acquisto di prodotti a minor impatto ambientale al taglio degli sprechi, dall’interesse per le energie rinnovabili al riciclo, dalla sharing economy alla mobilità più sostenibile sono molti i segnali che indicano una crescente attenzione alla riduzione del consumo delle risorse del Pianeta. 

Per migliorare la situazione ambientale, secondo l’indagine Coldiretti, il 59% degli alessandrini ritiene che siano necessari interventi radicali e urgentissimi sullo stile di vita. 

Non è un caso dunque che nell’anno della pandemia si sia verificato un aumento del 26% della spesa direttamente dal contadino con i mercati degli agricoltori di Campagna Amica che nell’anno dell’emergenza Covid sono diventati punti di riferimento della consapevolezza ambientale nel piatto insieme al boom del biologico. 

La spesa media nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica è così passata nel 2020 da 27 euro a 34 euro arrivando a rappresentare oltre un terzo della spesa alimentare totale tra coloro che frequentano i farmers market. 

“A spingere la spesa dall’agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, di qualità e a km zero con l’acquisto di prodotti locali che taglia del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali” hanno affermato il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo

Circa 30 milioni di italiani fanno la spesa dal contadino almeno una volta al mese con anche un impatto sulla riduzione dello spreco alimentare perché i cibi in vendita sono più freschi e durano di più e perché non devono percorrere lunghe distanze con le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio. 

Infatti, è stato calcolato che un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per più di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e l’anguria brasiliana, che viaggia per oltre 9mila km, brucia 5,3 chili di petrolio e libera 16,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto con mezzi aerei. 

“Acquistare prodotti a chilometri zero è un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale”, hanno aggiunto Bianco e Rampazzo nel sottolineare che “si tratta di una responsabilità sociale che si è diffusa tra i cittadini nel tempo della crisi con la crescita dei mercati contadini che in Italia che sono diventati non solo luogo di consumo, ma anche momenti di educazione, socializzazione, cultura e solidarietà”. 

Un risultato reso possibile anche dal fatto che l’Italia è l’unico Paese al mondo che può contare su un’unica rete organizzata che mette a disposizione delle famiglie circa 1.200 mercati contadini a livello nazionale sia all’aperto che al chiuso con una varietà di prodotti che vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dal pesce alla carne, dall’olio al vino, dal pane alla pizza, dai formaggi fino ai fiori. 

Una tendenza confermata anche dal record del biologico che ha toccato i 3,3 miliardi di euro di consumi nel 2020 con l’Italia che è il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico dove sono saliti a ben a 80.643 gli operatori coinvolti.

“L’attenzione per le sorti della Terra oggi è sostenuta soprattutto dalle giovani generazioni con lo scopo di sensibilizzare le coscienze sul futuro ambientale del nostro pianeta e far sì che i politici prendano al più presto provvedimenti seri e mirati. Ma anche i governi iniziano ad inserire nelle loro agende il tema della transizione ecologica per metter in atto una trasformazione radicale del sistema produttivo in direzione di un modello sostenibile che renda meno dannosi per l’ambiente, la produzione energetica ed industriale e più in generale lo stile di vita delle persone”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.