Monza: la città di Teodolinda, di Luciana Benotto

Luoghi, personaggi, fatti, leggende 

Si racconta che un giorno la regina longobarda Teodolinda, cavalcando col suo seguito attraverso una piana ricca di olmi e bagnata dal Lambro, stanca, si fermò a riposare lungo le rive del fiume. Addormentatasi sognò una colomba che le disse: “Modo” (qui), e subito ella rispose: “Etiam” (sì), perché aveva compreso che lo Spirito Santo le aveva indicato il luogo dove voleva fosse eretto un oratorio. Oggi di quella costruzione risalente al VI sec., rimangono solo i muri inglobati nel Duomo di Monza intitolato a San Giovanni. E fu proprio attorno a quell’oratorio che Teodolinda decise di edificare la sua città, che prese ovviamente il nome di ‘Modoetiam’. 

Oggi Monza, nonostante abbia ormai un aspetto moderno, conserva ancora un interessante centro storico la cui visita può partire proprio dal Duomo, costruito tra il XIII e il XIV secolo, che si presenta con un’imponente facciata marmorea aperta da finestre tonde, bifore, trifore e da un rosone. Caratteristici i suoi doccioni a forma di draghi e la lunetta con i busti della regina e del re Agilulfo e il portale con le immagini scolpite dei figli Adaloaldo e Gundeberga. L’interno, rifatto nel ‘600, conserva dipinti di Bernardino Luini e la famosa Cappella di Teodolinda, affrescata con scene della sua vita raccontate come una fiaba: la richiesta di matrimonio di re Autari, le nozze, la morte di lui in battaglia e il secondo matrimonio con Agilulfo. In quella cappella, proprio dietro l’altare, che custodisce la celebre ‘Corona Ferrea’, sta il sarcofago della regina. A quanto pare, questa corona deve la sua fama al fatto che una delle sue lamine fu forgiata con un chiodo della croce di Gesù, rinvenuto a Gerusalemme da sant’Elena, e poi donato da papa Gregorio Magno alla regina, che aveva fatto abbracciare la fede cattolica al suo popolo. Dal transetto, attraverso un grazioso chiostro, si accede al Museo Serpero, che conserva il Tesoro, costituito da preziosissimi oggetti sacri tra cui un evangelario tempestato di pietre preziose e perle, una tazza di zaffiro, croci d’oro, perle e gemme, e soprattutto la notissima ‘Chioccia coi pulcini’, un tuttotondo in lamina d’argento dorato che rappresenta appunto quei volatili nell’atto di beccare per terra, simbolo delle sette province longobarde. Uscendo sul fianco destro della chiesa è via Lambro, la più antica di Monza, costeggiata da case a sporto del ‘300 e ‘400, che scende al fiume passando sotto una casa torre. Altro quartiere centrale è quello di San Gerardo, dal quale si gode una bella veduta delle case che costeggiano il Lambro. 

Ma Monza è anche la bella Villa Reale, un complesso di edifici neoclassici voluti alla fine del ‘700 da Maria Teresa d’Austria come residenza estiva di suo figlio Ferdinando, che affidò il progetto al famoso architetto Piermarini. Tra i tantissimi ambienti, si visitano il Teatrino di Corte, la Rotonda dell’Appiani, la Sala degli Arazzi, quella degli Specchi, il Salotto Giapponese, la Cappella reale e l’Orangerie

Come arrivare

In auto: A4 direzione Venezia, uscita Milano Est.

Museo Serpero: aperto tutti i giorni tranne lunedì 9.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00

Villa reale:sabato e domenica 10.30 – 18.30

Giardini e parco reali: in estate 7.00 – 21.30