La solitudine di Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità, alla Camera

In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne scoppia la polemica sui social per un’immagine che La Stampa definisce “eloquente”. La fotografia ritrae la Ministra Elena Bonetti (ministro per le Pari Opportunità), in simbolico abito rosso, solitaria, a parlare dinanzi a una Camera deserta, ascoltata solo da 8 deputati su 630. Si discuteva la mozione contro la violenza sulle donne, un argomento importante, direte voi. Allora perché l’aula era più silenziosa di una chiesa?

Ormai l’indignazione facile da social network dovrebbe accendere un campanello d’allarme nelle coscienze, ci dovrebbe far drizzare le orecchie. Invece no, scopriamo che l’indignazione del giorno è catartica, liberatoria, specie se la posta in gioco è alta. La giornata contro la violenza sulle donne è legittima, è una cosa seria, come si potrebbe dire altrimenti? Ma la realtà è ben più complessa.

Ci pensa un articolo di Bufale.net a fare ordine, ma anche altre fonti come Notizie.it . La foto risale a lunedì 22 novembre, tre giorni prima della Giornata contro la violenza sulle donne. Il lunedì è un giorno in cui i deputati lavorano altrove, poiché non è prevista alcuna votazione. Una buona fetta del lavoro di un deputato si fa anche sul territorio incontrando associazioni, prefettura, facendo riunioni, ispezioni e così via. Continua l’articolo di Bufale.net :

“Il giovedì ogni gruppo parlamentare comunica alla presidenza uno o due nomi di deputati che il lunedì parleranno nello specifico sui provvedimenti che verranno poi discussi e votati dal martedì in poi. Sono deputati e deputate che si sono occupati e occupate in prima persona del tema, oppure sono nella commissione competente, non è nemmeno obbligatorio per i gruppi intervenire, possono rinunciare agli interventi o lasciarne solo traccia scritta depositandoli all’inizio della seduta.”

Inoltre Giuditta Pini, deputata del Partito Democratico, ha pubblicato un video sul suo profilo Instagram dall’interno del Parlamento per mostrare il momento in cui la mozione per il contrasto della violenza sulle donne è stata approvata all’unanimità, notizia che è stata certificata dall’AGI.

La disinformazione è l’anticamera dell’indignazione. Non esistono giornali immuni. Però là dove il giornalismo non informa per una malsana frenesia, per la caccia al traffico facile, è dovere dei cittadini investire dieci minuti in più per il chiarimento, per avere il quadro completo prima di esprimere la nostra legittima opinione.

Le parole del Corriere dell’anno scorso riguardo alla stessa polemica:

“Ormai è quasi un genere d’infotainment: l’aula parlamentare vuota, la foto malandrina postata sui social, i commenti al vetriolo contro i politici perdigiorno e, a seguire, la reazione sdegnata dei politici medesimi che accusano i commentatori di fomentare così l’antipolitica e il populismo.”

A cura di Simone Sciamè