La berlina di Parker si accosta al marciapiede; gli occupanti della vettura scendono.

– È stata una bellissima serata; piccola, sei stata meravigliosa! – esclama il detective.

– Papà, grazie! – risponde Kate. – Ho semplicemente svolto il mio compito, nulla di più. –

– La modestia vi accomuna – interviene la signora Parker. – E devo ammettere che è la cosa che mi piace di più di voi. –

– Complimenti! – dice Norah, volgendo un dolce sorriso alla ragazza.

– Grazie – replica lei.

– Bene, direi di andare a letto, la stanchezza si fa sentire … almeno per me – suggerisce la signora Parker.

– Sì, si è fatto tardi e domani ci attende una dura giornata – risponde il figlio. – Buonanotte. –

– Buonanotte a voi. –

                                                         ***

– ­Comincio ad essere gelosa – dice Norah, distesa supina sul letto.

– Gelosa, di cosa? – risponde Parker, in piedi, mentre si appresta a stendersi sul letto.

La coppia, incrocia lo sguardo, accennando un sorriso.

– Ne sei follemente innamorato. –

– Già. Si vede? –

– Sì, in maniera molto evidente. –

– Lo è ancor di più da quando è scomparsa Cheryl, mia moglie. –

– Capisco – Norah, si stringe forte al suo uomo.

– È la luce dei miei occhi. –

– Lei ti adora. –

– A volte penso … sì, di mettere a rischio col mio lavoro la sua incolumità. Ed è un pensiero ricorrente che mi fa stare male. Se dovesse succedere qualcosa di brutto, non potrei mai perdonarmelo. –

– Lei non c’entra con il tuo lavoro. –

Parker la fissa negli occhi.

– Sì, è vero, nel mondo c’è tanta crudeltà, ed è difficile tenere lontano i cattivi pensieri, ma dobbiamo riuscirci con tutte le nostre forze. La vita non ci dà altre alternative – dice la donna.

– Scusami, ti ho messo di malumore. –

– No, è giusto discuterne, ci fa sentire più leggeri. –

– Già. Ti amo – le sussurra Parker.

– Anch’io – risponde Norah, mentre le loro labbra si uniscono in un appassionato bacio.

                                                         ***

– Tutto ok? – dice Norah, seduta con Parker in cucina, intenti a fare colazione.

– … sì – risponde lui, con un’aria pensierosa.

– Sicuro? –

– Sì; forse sarà perché ne ho parlato ieri sera … –

– Ti riferisci a Kate? –

– Sì, ho fatto un brutto sogno. –

– Cioè? –

– Ho sognato che l’avevano rapita e volevano farle del male, allo scopo di farmela pagare per un torto subito. –

– Sarebbe? –

– Nel sogno erano in due, un perfetto sconosciuto e una vecchia conoscenza. –

– Poco gradita, immagino. –

– Già. –

– Che fine ha fatto lui? –

– Dovrebbe trovarsi ancora dietro le sbarre di una prigione. –

– Si è trattato solo di un sogno – dice la donna.

– Sì, certo – replica Parker.

– Ti sei addormentato col pensiero di Kate, e praticamente si è prolungato nel sonno quello di cui avevamo parlato qualche ora prima. A volte capita. –

– Sì, è così. –

– Ma non ti fa stare lo stesso tranquillo. –

– Esatto. –

– Be’, potresti andare a vedere che fine abbia fatto quest’uomo. –

– Sì, potrei farlo. Ma il punto non è questo … chiunque, di quelli che ho incontrato sul mio cammino, potrebbe rivalersi scaricando la propria rabbia sulla mia famiglia. –

– In teoria è così – commenta Norah. – Conosci un modo per evitare che questo possa succedere? –

– No. Anche se ora decidessi di cambiare mestiere, il mio passato non verrebbe cancellato, questo è poco ma sicuro. –

– Già. Cosa pensi di fare? –

– Semplicemente, non pensarci. –

– Non sei il tipo. Ma va bene così. – dice la donna, accennando un sorriso.