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lente ingrandimento

“Il punto di vista” di Mariantonietta Valzano

In questi giorni, su tutte le principali testate sono apparse le notizie sulla crisi del colosso social Twitter di nuova acquisizione da parte di Elon Musk, che ha provveduto a rastrellare licenziamenti su larga scala salvo poi pentirsene … a quanto dicono.

Non è passato molto tempo che gli ha fatto eco Mark Zuckerberg, il quale in borsa ha visto dimezzare le quotazioni di Facebook, paventando una quantità anomala di licenziamenti.

Ma in tutto questo mi sovvengono delle domande. La prima riguarda il multimilionario inventore Musk: ma che cosa ha comprato se era già in crisi finanziaria?

La seconda riguarda Zuckerberg: ma l’universo Meta o Metauniverso non doveva essere una nuova frontiera del social futuro al punto da modificarlo? A quanto pare Musk vuole plasmare Twitter in una piattaforma liberale, cosa strana se poi cancella profili qua e là, ma senza rimetterci e rendendola indipendente dalla pubblicità, vero motore di guadagno dei social da quando sono stati inventati. Per fare questo mette a pagamento delle opzioni in attesa di concedere l’uso generale solo a pagamento, il che vuol dire comunque discriminare quei paesi dove la paga mensile di un lavoratore equivale a mezzo abbonamento (vedi i paesi poveri come Africa e Asia). A meno che non moduli la quota a seconda delle diverse zone di appartenenza, la prospettiva porterà grosse perdite e poca efficacia alla libera comunicazione che tanto si vuole perseguire.

In merito a Zuckerberg, mi sovviene il pensiero che, nonostante in alcuni casi il metaverso sia decollato fagocitando numerosi utenti, quelli più GEEK probabilmente, c’è una bella fetta di persone che sta abbandonando l’assiduità sui social, tanto incrementata dalla pandemia, preferendo rapporti reali al virtuale. Altresì vi è una parte che comunque perora la causa della realtà aumentata e metaverso, con vite fatte di avatar e di desideri inespressi e impossibili nella vera realtà. Sono filoni filosofico-tecnologici che stanno cercando di dirigere i passi di questa nuova Umana Era verso un qualcosa simile a Matrix: un mondo supercontrollato dove non vi è libertà, sacrificata alla pacificazione. Ovviamente Matrix è un esempio estremo, ma rende l’idea della piega che può prendere l’esistenza di tutti noi quando decidiamo di inventare “infiniti mondi e universi” come fossimo Dio, che secondo Giordano Bruno è impegnato da sempre in tale ufficio.

Ma invece di inventarsi mondi, non sarebbe opportuno rendere migliore quello che abbiamo? Fragile, finito, imperfetto…ma vero? Non è un sottrarsi alla responsabilità singola e collettiva, una responsabilità politico-sociale, voler catapultare tutti in un mondo fittizio per non fare i conti con povertà, cambiamenti climatici, guerre e quant’altro?

Questi sono solo alcuni dei dubbi che mi sovvengono di fronte al quasi sfacelo di queste aziende che in poche settimane stanno infrangendo il sogno americano di tanti, forse anche un po’ il nostro… quello di una felicità e benessere che si scontrano con migliaia di persone, messe in mezzo alla strada. Non vorrei che tutta la volatilità su cui abbiamo imperniato le nostre vite, poi ci porti a finire nell’abisso di un mondo grigio e sporco. Un mondo dove i valori e le persone non ci sono perché al loro post c’è l’imperativo della finzione, che ci fa vivere in un eterno sogno con NEO di Matrix…fino a quando la pillola giusta non innesti il risveglio della coscienza.

p.s.: sul Messaggero di qualche giorno fa è apparso un articolo di E. Musk in cui si illustra come un workaholic-maniaco del lavoro, dormendo 5 ore per notte e lavorando dalle 7 fino alle 20 per “costruire qualcosa di buono per l’umanità” forse ha dimenticato che l’Umanità è anche altro…soprattutto altro…e non continuo…
Mariantonietta Valzano