11> 29 aprile | sala Bausch

La numero 13

di Pia Fontana

regia Elio De Capitani

con Cristina Crippa

luci Nando Frigerio

produzione Teatro dell’Elfo

Cristina Crippa propone un intenso ritratto di donna (andato in scena già nel 2002 e nel 2009), nato dalla penna sensibile di Pia Fontana, narratrice e drammaturga scomparsa nel 2009. Un importante tassello della sua ricerca sulla drammaturgia al femminile. Un monologo dai toni concitati, che si fanno via via febbrili e si rispecchiano nel gesto vitale e disperato di dipingere lo spazio scenico di giallo, di sole e luce, per cancellare il bianco, da sempre odiato, che sa di cliniche e di sepolcri. Si svela una personalità dilaniata, che l’autrice tratteggia con sapiente progressione e che l’attenta regia di Elio De Capitani traduce in una performance fisica dove la parola prende letteralmente corpo e colore, evidenziando l’intima fragilità della protagonista, fino alla confessione finale.

Un angelo azzurro, con ali dorate logorate dall’avvicendarsi delle stagioni, veglia sulla tomba numero 13 al Cimitero Monumentale di Milano, capolavoro dello scultore Lucio Fontana. Una passeggiata in quel luogo scatena nella protagonista un flusso ininterrotto di ricordi e pensieri, da cui emergono un passato confuso, apparentemente segnato dal conflitto doloroso e irrisolto con una sorella gemella e dalla morte di una giovane nipotina, contesa all’amore della madre. «Costretta sempre a scegliere tra me e lei – racconta la protagonista – fra una natura femminile e una natura artistica». Come le due facce di una medaglia, le sorelle hanno caratteri opposti: «di mia sorella dicevano che era femminile. Di me dicevano che ero intelligente. Mia sorella conquistava con la sua femminilità. Io allontanavo con la mia intelligenza… Lei era il grembo! ‘Solo fra uomo e donna il rapporto è ideale’, diceva mia sorella. ‘Solo con se stessi il rapporto è ideale’, dicevo io».

Dalla rassegna stampa

«Una luce livida la colpisce in viso, prima che si impossessi della scena misurandola a passi veloci, ridendo in modo follemente furbesco, imbrattando il muro spoglio di giallo, cullando la latta di vernice come fosse la sua bambina perduta. Cristina Crippa è lì, nello spazio scarno e vuoto, a dar voce e gesti con tutta l’energia che le è propria alla protagonista di La numero 13. Impresa non facile perché il monologo di Pia Fontana è carico di temi dolorosi e delicati, e si addentra senza rete in una impervia analisi della psiche. […]. La regia di Elio De Capitani attraverso la gestualità espressionista e il vagare fintamente deciso – ma in realtà spaesato – del personaggio ne sottolinea l’intima fragilità, che culmina nella dolorosa confessione finale. E la Crippa, attrice generosa, è brava». (Simona Spaventa, la Repubblica)

«Parafrasando il poeta inglese Gray, De Capitani ci propone un’elegia nel Cimitero monumentale di Milano. Un monologo al femminile che racconta la schizofrenia di una donna trasformata in poesia, costretta a trovare un doppio, una sorella immaginaria nella quale sublimare il dolore per la perdita di una figlia. Un’anima metropolitana che traduce nella sua testoriana milanesità il mithos dell’antica tragedia. […] Cristina Crippa dipinge col giallo, amato dalla figlia scomparsa, le pareti con la cromatica frenesia di Van Gogh e la sfacciata grandiosità spaziale di Polloch. Anima buona e cattiva di Sezuan, questa donna, assumendo come correlativo oggettivo la scultura tomba numero 13 del Monumentale, un angelo senza testa, si abbandona ad un ininterrotto flusso di coscienza alla ricerca di una impossibile catarsi, di una gaddiana cognizione del dolore». (Danilo Caravà, Hystrio)

TEATRO ELFO PUCCINI, corso Buenos Aires 33, Milano – Mart/sab. ore 19.30; dom. ore 15.30 – Prezzi: intero € 34 / <25 anni >65 anni €18 / online da € 16,50 – Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021