DemoS: “Intollerabile la censura preventiva, affidata all’occupazione dell’agorà, il luogo per eccellenza della politica democratica”

Il Salone del Libro è un luogo di cultura dove c’è il confronto delle idee. La contestazione a Maria Eugenia Roccella è stata anticipata rispetto al momento in cui la ministra avrebbe dovuto spiegare il perché ha scritto certe cose e magari, se le si fosse data l’opportunità di parlare, anche di replicare a delle tesi contrarie. Ma questo non le è stato concesso perché di fatto le è stato impedito anche solo di cominciare a parlare.

“Un episodio grave considerando che la dura contestazione a Roccella è stata la negazione del diritto di parola, che non può essere un mero principio, ma deve trovare quotidiana applicazione” la posizione di DemoS-Piemonte.

“Si possono anche non condividere le posizioni della ministra della Famiglia in tema di accesso alla maternità (naturale e no), ma impedirle di parlare è uno sfregio al concetto stesso di libertà. Qui non c’entra la parte politica, perché le stesse cose le diremmo a parti invertite. Il nodo vero è che, negando a chicchessia il diritto di esprimere le proprie idee, si giustifica tutto, ma veramente tutto. Anche, un domani che speriamo non arrivi (o non ritorni), di soffocare tale diritto con il ricorso alla forza, e non parliamo di quella delle parole” aggiunge la segretaria provinciale Paola Ferrari.

“Roccella aveva il diritto di parlare non come ministro, ma come persona con una sua precisa teoria, che da qualcuno può non essere condivisa, ma lei doveva potersi esprimere. Poi sarebbe stato giusto aprire un confronto, che ci deve sempre essere, ma è intollerabile la censura preventiva, affidata all’occupazione dell’agorà, il luogo per eccellenza della politica democratica Le posizioni di ciascuno, anche se è un ministro di un Governo che con il quale non si è d’accordo, meritano rispetto, almeno sino a quando non si facciano portatrici di tesi eversive o peggio. Però a nessuno deve essere negata la possibilità di dire e rispondere. Non ne va del buonsenso, ma della democrazia” conclude DemoS.