La poesia di Dario Menicucci è come un soffio leggero, un piccolo incantesimo poetico che libera le immagini delle fate nel vento. In poche righe, l’autore cattura l’essenza di un soffione, di un piccolo fiore comune che, secondo una leggenda irlandese, era la dimora delle fate.

Foto da: traveleat.it

“Dario Menicucci: La Magia di un Soffio di Poesia”

Con un’abilità straordinaria, Menicucci ci porta nel mondo delle fate e degli esseri magici che un tempo vivevano liberamente nella natura, danzando nei prati e popolando i boschi. Ma l’arrivo dell’uomo li ha costretti a nascondersi e a trasformarsi in denti di leone, mantenendo la loro fierezza e dignità.

La poesia è un incanto, una rievocazione di un mondo incantato che esiste nelle nostre leggende e nelle storie antiche. Menicucci cattura la lotta e la resistenza di queste creature, simboleggiate nei denti di leone, che nonostante siano calpestati dall’uomo, tornano sempre in posizione eretta, fieri e indomiti.

La semplicità e la brevità della poesia di Menicucci sono parte della sua bellezza. La sua scrittura è come un soffio leggero, ma profondo nell’effetto che produce. La leggenda irlandese si mescola con la poesia in un connubio affascinante, e ci ricorda quanto sia importante preservare la magia e la bellezza della natura.

In conclusione, Dario Menicucci ci regala un piccolo capolavoro di poesia che incanta e ispira. La sua poesia ci ricorda di guardare al mondo con occhi meravigliati, di onorare la bellezza della natura e di preservare la magia che esiste nelle storie antiche e nelle leggende. “Dario Menicucci: La Magia di un Soffio di Poesia” è una lettura che rimane impressa nell’anima e ci fa riflettere sulla connessione tra l’uomo e la natura.

di Dario Menicucci

Libera un soffio

le fatine nel vento…

le fa volare

Dario

Soffione, la leggenda

Secondo una leggenda irlandese, la corolla

del soffione è la dimora delle fate, un tempo

libere di scorrazzare nei prati. Quando la terra

era abitata solo da gnomi, elfi e fate, queste

creature vivevano liberamente nella natura.

L’arrivo dell’uomo li costrinse a rifugiarsi nei

boschi.

Ma le fate avevano dei vestiti troppo sgargianti

per riuscire a mimetizzarsi con l’ambiente

circostante. Per questo motivo, furono costrette

a trasformarsi in denti di leone, mantenendo però

la loro fierezza.

Anche se calpestato dall’uomo,infatti, il soffione

torna sempre in posizione eretta.