L’opera è apparsa nel giorno della ricorrenza storica del primo incontro per la pace tra il mondo arabo e quello ebraico.
Questa mattina a Milano, 19 novembre 2023, in Via Giovanni Scheiwiller, zona Porta Romana e Fondazione Prada, è apparsa un’opera di street art di grandi dimensioni raffigurante la guerra tra Israele e il mondo arabo dal titolo “Terra non santa”. L’opera è un disegno digitale stampato su manifesto blueback realizzata dal giovane artista calabrese LBS (Salvatore Bruno Latella). Fondatore dell’idea di Globalized Street Art.

LBS prendendo in considerazione la data del 19 novembre, ha voluto ricordare il giorno in cui ricorre l’evento storico avvenuto nel 1977: il primo incontro di pace tra il leader arabo Anwar Sadat e il leader israeliano Menachem Begin, proprio in territorio di quest’ultimo.  “Terra non Santa” descrive con drammaticità una scena complessa e carica di simbolismo. Nel deserto sconfinato, le montagne imponenti assistono in silenzio al dramma che si svolge al centro del quadro, la distruzione della vita di innocenti causata da un nuovo capitolo conflitto arabo-israeliano. 

Al centro dell’opera, due bambini corrono con braccia mutilate, il pianto trasformato in lacrime di sangue. La loro fuga disperata è ostacolata da soldati occidentali, le cui armi d’oro puntate rappresentano un potere immenso, ma allo stesso tempo un peso colmo di responsabilità. Il contrasto tra la fragilità dei bambini e la potenza delle armi sottolinea la disumanità della guerra.

Ai lati opposti del quadro, due figure convergono verso il centro. A sinistra, un soldato occidentale corre armato di un fucile d’oro, simbolo di potere e ricchezza che non risparmia neanche l’atto bellico. A destra, un musulmano in abiti stereotipati tiene in mano una rosa d’oro, un gesto di pace inaspettato nel contesto della guerra. Quest’immagine suggerisce la complessità delle relazioni e la possibilità di speranza anche in mezzo alla discordia: un sogno, un’utopia.

La rosa d’oro, quasi sospesa tra i due mondi in conflitto, simboleggia un gesto di pace fragile e sospetto, evidenziando la necessità di cercare soluzioni pacifiche oltre le differenze culturali e religiose.