In un’immagine evocativa che unisce l’antico e il moderno, il volto scolpito di Antistene, filosofo dell’antica Grecia, viene associato a una delle sue massime più taglienti: “È meglio capitare tra i corvi che tra gli adulatori: gli uni divorano i cadaveri, gli altri i vivi.” Questo aforisma, estratto dal patrimonio della saggezza classica, è stato ripreso in un contesto contemporaneo, offrendo spunti di riflessione sull’integrità e sull’autenticità delle relazioni umane.

Antistene, uno dei fondatori della scuola cinica, è noto per i suoi insegnamenti che esaltano la virtù e il coraggio di vivere in modo coerente con i propri principi, anche di fronte alle difficoltà. La frase riportata sottolinea con forza la preferenza del filosofo per una realtà cruda, ma genuina, piuttosto che per una falsità velata da lusinghe e adulazioni.

L’immagine, utilizzata come sfondo per questo aforisma, serve a rafforzare la rilevanza del pensiero antico nelle questioni moderne. La scultura di Antistene sembra quasi vigilare sui dilemmi morali dei nostri tempi, ricordandoci che la verità e l’autenticità sono valori atemporali, essenziali per una vita piena e onorevole.

Il confronto tra i corvi e gli adulatori è potente: mentre i corvi si nutrono di ciò che è già morto, gli adulatori, per Antistene, si cibano dell’essenza delle persone ancora in vita, minando la loro integrità e autostima con false lodi. In un’epoca dominata dai social media e dalla ricerca dell’approvazione altrui, queste parole assumono un significato ancora più profondo, sollecitando un esame critico sulle motivazioni che guidano le nostre interazioni sociali.

Questa fusione tra antichità e attualità attraverso l’arte e la filosofia dimostra come i grandi pensieri superino le barriere temporali, rimanendo sempre attuali e capaci di ispirare, guidare e influenzare.