Incastonato nelle profondità del Parco Nazionale dell’Aspromonte, si trova un gioiello di rara bellezza e autenticità: Gallicianò. Con appena quaranta anime, questo borgo è una testimonianza vivente di una cultura che ha sfidato il tempo e la modernità. Qui, l’antica lingua grecanica risuona ancora tra i muri di pietra delle sue case e per le sue strade, dove i nomi sono un ponte tra passato e presente, scritti in italiano e nel greco di Calabria.

Alberto Spalliera, con il suo scatto magistrale, cattura l’essenza di Gallicianò, dove ogni pietra sembra raccontare storie di epoche lontane e di tradizioni ancora tenacemente aggrappate alla vita del villaggio. Affacciato sulla fiumara Amendolea, il borgo appare come un grappolo di case che si abbracciano sotto il calore del sole del Sud, una quiete che pare riecheggiare attraverso i vicoli stretti e silenziosi.

La foto di Spalliera è un invito a scoprire l’Aspromonte non solo come una terra di paesaggi selvaggi e imponenti, ma anche come custode di un’eredità culturale preziosa. Gallicianò e i suoi abitanti sono i protettori di un patrimonio linguistico e storico che resiste, resistente come le rocce su cui il paese è stato edificato.

Questo borgo, così remoto eppure così ricco di vita, rappresenta un microcosmo in cui il tempo si è quasi fermato, dove le generazioni si susseguono portando con sé la promessa che la lingua e le usanze dei loro antenati non svaniranno nell’oblio. Gallicianò non è semplicemente un luogo da visitare, è un’esperienza da vivere, un tuffo in una dimensione dove la cultura resiste al tempo e dove l’eco della storia accompagna ogni passo.

Foto dalla pagina Facebook: Estate in Calabria