RECENSIONE:

Un “Edipo re” che parte da Sofocle e, attraverso i diversi modi in cui il mito è stato trattato da autori quali Dryden, Thomas Mann, Hofmannsthal fino a Cocteau con Stravinskij e Berkoff, diventa nelle mani di Francesco Fronda e Ferdinando Bruni una “favola nera”. Ed è così nera la storia di Edipo da attraversare oltre due millenni per arrivare a noi conservando la sua inalterata drammaticità al punto da essere definita nel ‘900 la prima opera “gialla” per eccellenza. E in effetti può avere tutte le caratteristiche di tale genere per come è articolata la vicenda dove Sofocle presenta per gradi il protagonista disvelandone le sorti poco per volta tanto da farlo passare inizialmente come un eroe che fugge dalla casa paterna per evitare che si compia quanto previsto da un oracolo nefasto per poi immetterlo in una situazione dove proprio l’oracolo, suo malgrado, finirà per realizzarsi. Vicenda tragica che gronda dolore, rappresentata nell’antichità e anche in epoca attuale secondo modalità realistiche, nell’adattamento di Frongia e Bruni essa assume colorazioni che vanno aldilà della tradizione più comune. Non a caso sono stati citati autori che hanno trattato il mito di Edipo anche in maniera non consueta, addirittura ironica, come per esempio in Thomas Mann che riprende il mito nel suo testo “L’eletto” dandogli un finale positivo.

L’Edipo, che appare in scena nell’attuale proposta dei due registi e autori, dopo un’introduzione a tre voci del coro che riprende Sofocle, è l’uomo che ha appena scoperto di essersi macchiato suo malgrado della gravissima colpa di aver ucciso suo padre e sposato sua madre e rivive in flash back la storia che riguarda i suoi ultimi dieci anni quando arrivò a Tebe e ne divenne re avendo risolto l’enigma della sfinge. E da qui la vicenda si evolve in un crescendo di situazioni che coinvolgono tutti i personaggi che si alternano in uno scenario costituito da un fondale da dove si aprono porte che li introducono di volta in volta e li illuminano a seconda della situazione per la quale sono chiamati in scena. In alcune occasioni indossano abiti dal taglio giapponese, tali da dare l’impressione di assistere a una forma di teatro no. A conferire fascino al tutto sono le sonorità di Giuseppe Marzoli, il disegno luci di di Nando Frigerio, i preziosi, variopinti costumi di Antonio Marras realizzati da Elena Rossi che si è occupata anche della creazione delle maschere indossate da Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni e Mauro Lamantia di volta in volta quando assumono le vesti dei vari personaggi loro affidati. Fa eccezione Vincenzo Grassi, Edipo, il cui volto rimane sempre scoperto a mostrare la nudità del suo animo nelle diverse espressioni che assume nei vari momenti in cui viene a scoprire l’orrore del suo destino, fino al momento in cui si coprirà con una benda gli occhi sanguinanti e procederà in un cammino “non nella pace dei morti ma separato dai vivi”. Ottima prova attoriale dei quattro attori, in particolare dei tre che assumono diversi ruoli. Spettacolo che va oltre una semplice rappresentazione di prosa perché si rivela un accurato ed elegante lavoro multimediale. Repliche fino al 29 marzo.

Visto il giorno 23 marzo 2024

(Carlo Tomeo)

Edipo re – Una favola nera

traduzione e adattamento: Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

con Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni, Mauro Lamantia, Vincenzo Grassi

costumi: Antonio Marras, realizzati da Elena Rossi e Ortensia Mazzei

maschere: Elena Rossi, luci: Nando Frigerio, suono: Giuseppe Marzoli

decorazione del mantello di Edipo: Tonino Serra

produzione Teatro dell’Elfo

Teatro Elfo Puccini, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33, Milano

In scena fino a venerdì 29 marzo

Durata spettacolo: 1 ora 15 – Orari: martedì, mercoledì e giovedì ore 20.30

venerdì ore 19.30

Prezzi: intero € 34 / <25 anni € 15 / >65 anni € 18 / online da € 16,50

Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021