E’ indubbio, sia per i credenti cristiani sia per i non, che l’anticipo della Pasqua abbia assunto sempre più un valore più umanistico che spirituale, c’è un forte bisogno di pace vera, sicura, certa, una pace sentita dal profondo di ogni animo, una pace che non conosca diversità o etnia, stato e/o addirittura politica, una grido unanime lanciato dall’uomo in generale, l’uomo quell’unico animale che in quanto possessore d’intelligenza, non riesca con questa ad usarla per un suo universale beneficio. Premesso tutto questo oggi voglio perciò proporvi questa opera, certamente con soggetto religioso, ma che comunque parla e urla anche a coloro che non lo sono, perché la rappresentazione tutta è volta a chiedere da parte di un Supremo, un aiuto non divino ma terreno, un aiuto per le sofferenze patite e per gli affronti subiti da chi, umano come noi spettatori ha osato senza pietà alcuna.

Era il 1980 quando una congregazione di un convento di suore in Provenza, per poter usufruire di un poco di moneta da usare anche per i poveri, decisero di fare “pulizia” di tutto quello che era………………

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