Nell’era digitale in cui viviamo, l’uso frequente della tastiera del computer o del telefonino ha relegato la scrittura manuale in un angolo dimenticato della nostra vita quotidiana. Tuttavia, una lettera scritta a mano ha ancora un fascino tutto suo, e ciò che ne emerge è un peccato, considerando che la spontaneità e l’individualità che essa porta con sé sono diventate sempre più rare.

La grafia di una persona rivela molto del suo carattere: dalle forme tondeggianti a quelle dritte o inclinate, è possibile cogliere le peculiarità che rendono unica la sua scrittura. Personalmente, ho notato che la mia scrittura è cambiata nel corso del tempo, diventando più leggera e scorrevole nel tratto, forse a causa di un’esperienza personale che ha influenzato il mio polso.

Fino agli anni ’60 del secolo scorso, l’insegnamento della “bella scrittura” era una pratica comune nelle scuole, con le ore di calligrafia inserite tra le materie di studio. Tuttavia, nel corso del tempo, questa pratica è stata abbandonata, considerata obsoleta e limitante per la creatività.

Gli studenti di oggi mostrano sempre più difficoltà nella scrittura manuale, con caratteri incerti, disallineati e parole mal disposte sul foglio. Questa tendenza si riflette anche negli studenti universitari, con scritture spesso difficili da decifrare e standard minimi di presentazione che non vengono rispettati.

La scrittura a mano non può essere sostituita dalla scrittura su tastiera: entrambe sono importanti e svolgono funzioni diverse. È compito degli insegnanti e dei genitori stimolare gli studenti a produrre una grafia appropriata, incoraggiandoli nella compilazione di elaborati curati e corretti.

Uno scritto ben curato ha certamente più valore di uno scorretto, poiché riflette l’interesse e l’espressività del suo autore. È importante quindi preservare e promuovere l’arte della grafia, non solo per la sua estetica, ma anche per la sua capacità di comunicare e trasmettere la nostra individualità.

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LA GRAFIA, di Silvia De Angelis

Con l’avvento delle ultime tecnologie, usiamo spessissimo la tastiera del computer, o del telefonino, e la scrittura manuale, è caduta in un dimenticatoio, senza fine.

Eppure una lettera scritta a mano racchiude in sé un particolare fascino, ed è un vero peccato che ormai, è cosa ben rara imprimere il proprio pensiero, o augurio, in uno scritto personale, di grande spontaneità.

Inoltre dai tratti della nostra scrittura, è possibile “curiosare” nel carattere della persona, sia se la forma sia tondeggiante, o dritta, o inclinata e captarne più o meno le peculiarità che la contraddistinguono.

Personalmente a mano scrivo i testi delle mie poesie e noto che nel tempo la foggia della stessa è molto cambiata, risultando più leggera e scorrevole nel tratto, ma ciò forse dipende, dall’introduzione nel mio polso, d’una placca in titanio, inserita per una grave frattura.

Fino alla scuola degli anni ’60 del novecento bambini e ragazzi si sono sempre esercitati nella “bella scrittura”. L’ora di calligrafia era inserita fra le materie di studio; poi fu abbandonata, giudicata strumento educativo sorpassato, mortificante della creatività.

In ogni caso, studenti dei decenni passati, per la maggior parte erano in condizione di produrre temi, riassunti e diari con nitidezza, e pulizia, quasi tipografiche. Meno gradevole la forma esterna dei testi elaborati da gran parte dei ragazzi di oggi. Da anni gli insegnanti della scuola primaria, e media, segnalano la crescente difficoltà dei loro allievi a scrivere manualmente. Nei testi redatti a mano i caratteri appaiono incerti e disallineati, con parole mal disposte sul rigo e i tratti delle singole lettere a volte difficili da decifrare. E queste particolarità compaiono anche, in studenti universitari, con standard minimi che non vengono rispettati.

La scrittura a mano non può essere sostituita, dalla scrittura su tastiera, sono entrambe utili, ma assolvono a funzioni diverse.

E’ compito degli insegnanti ovviare alla difficoltà degli alunni, a produrre una scrittura appropriata, stimolandoli nella compilazione di elaborati, il più possibile corretti, nella grafia. Credo che anche i genitori dovrebbero partecipare a questo compito.

Uno scritto esteticamente valido, ha certamente più valore, di uno scorretto, che può dare l’impressione di scarso interesse, e di una carenza espressiva, accentuata.

@Silvia De Angelis