A Cura di Manuela Minari

Milano è una città con tanti volti, quelli più noti e sponsorizzati fanno riferimento ad una metropoli con un melting pot di persone che provengono da tutto il mondo: la BIG APPLE italiana con cittadini operosi, lanciati freneticamente in percorsi carrieristici, vincenti performanti e donne multitasking, impegnate in affannose carriere internazionali, sport estremi, famiglia quando c’è, imperdibili “Ape e Brunch” con le amiche ecc..

Nel backstage di questo palcoscenico ricco di fervore tutto green e tutto friendly, cala il sipario e si svela una realtà drammatica popolata da fragilità umane, disuguaglianze economico sociali con evidenti disagi per chi non è sul carro dei vincenti. Le problematiche legate al tessuto sociale della nostra città vengono prese in considerazione da numerose organizzazioni di volontariato.

Cittadini di età differenti che si mettono al servizio degli invisibili, di chi vive ai margini perché le istituzioni comunali per molteplici motivazioni non sempre edificanti, non forniscono aiuti concreti. Di recente, grazie ad una mia cara amica, ho scoperto ed individuato un progetto davvero interessante, un progetto positivo: un gruppo di quindici giovani milanesi hanno dato vita ad un’idea encomiabile: Milano Invisibile.

Questa iniziativa, nasce dalla volontà di dar occhi e voce alla realtà cittadina più scomoda sommersa ed impopolare, tramite video, fotografie , podcast, articoli volti a sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche di difficoltà sociale. Francesca, giovane donna milanese cofondatrice di questo bellissimo progetto si è resa disponibile per regalarci una breve intervista con lo scopo di farci conoscere e diffondere i dettagli di questa loro idea:

Manuela – Francesca inutile dirti che ti stimo profondamente per il tuo impegno che di fatto smentisce chi sostiene che i nostri ragazzi sono bamboccioni viziati ed invece molti di loro vivono all’estero intraprendenti ma soprattutto autonomi. Cosa vi ha “spinto “a creare questo gruppo?

Francesca – Il progetto “Milano Invisibile” nasce da una profonda riflessione sulle conseguenze della pandemia, che ci ha portati ad avere una maggiore consapevolezza riguardo le ingiustizie sociali esistenti, e a porci domande fondamentali sulla reale accessibilità di diritti considerati universali, come l’istruzione e il lavoro, in una città avanzata come Milano.

Il nucleo del problema che è emerso, riguarda la divisione netta tra chi, grazie a risorse e opportunità preesistenti, ha potuto adattarsi alle sfide poste dalla pandemia, come lo smart working o l’istruzione a distanza, e chi, a causa di limitazioni economiche, logistiche o sociali, si è trovato a fronteggiare ostacoli insormontabili.

Questa disparità è diventata il fulcro attorno al quale “Milano Invisibile” si è sviluppato, con l’obiettivo di interrogarsi e agire su come una città che si proclama inclusiva e all’avanguardia possa effettivamente lasciare indietro una parte significativa dei suoi abitanti.

Manuela – Qual è la necessità che vi porta ad evidenziare ambiti difficili della nostra città?

Francesca – La necessità di portare alla luce gli aspetti più difficili e nascosti di Milano nasce dalla discrepanza tra l’immagine di città delle opportunità, spesso promossa dai media mainstream, e la realtà vissuta da molti cittadini, specialmente le categorie più vulnerabili come ad esempio i senza dimora, i detenuti, i migranti, o coloro che sono stati colpiti dalla crisi abitativa e dall’aumento dei prezzi degli affitti. Questa narrazione unilaterale ignora le difficoltà di chi non riesce a beneficiare delle opportunità della città, mantenendo un’immagine che non riflette la realtà di Milano, una città che appare individualista, classista, razzista e escludente a chi vive ai suoi margini.

Manuela – L’esigenza di raccontare scattare foto registrare video per testimoniare e far emergere situazioni di invisibilità, ritenete possa servire a dare un contributo per migliorare la situazione a Milano? Se sì, come? 

Francesca – La convinzione che sta alla base di “Milano Invisibile” è che, rendendo visibili situazioni di invisibilità, si possa contribuire a migliorare la situazione a Milano. La divulgazione di queste realtà, accompagnata da un’analisi critica e dall’empatia, può sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare azioni concrete sia da parte delle istituzioni che della società civile, per affrontare e risolvere le problematiche evidenziate, favorendo così un cambiamento positivo nella città. Attraverso l’uso dei social media, video, articoli e podcast, “Milano Invisibile” mira a informare e creare consapevolezza, soprattutto tra le nuove generazioni, riguardo queste realtà spesso trascurate dai media tradizionali.

L’approccio del progetto include non solo la raccolta e la diffusione di dati oggettivi ma anche un’interpretazione critica di questi dati, arricchita da interviste e confronti con chi gestisce direttamente queste problematiche, come associazioni, esperti e persone direttamente coinvolte. In questo modo, si cerca di evidenziare il lato umano dietro ogni storia, promuovendo una riflessione più profonda su queste tematiche. “Milano Invisibile” cerca di agire come promotore di un cambiamento culturale e sociale, puntando a innescare un dialogo costruttivo che possa portare a interventi concreti.

Secondo noi, la divulgazione di realtà “scomode” ma essenziali rappresenta un passo in avanti verso la creazione di una Milano realmente inclusiva, che riconosca e affronti le proprie contraddizioni. L’obiettivo ultimo è cercare di stimolare una presa di coscienza collettiva che possa tradursi in azioni politiche, sociali ed economiche mirate a ridurre le disuguaglianze e a garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità di crescita e benessere.

Manuela – Qual è il ruolo dei giovani impegnati in questioni sociali?

Francesca – Nell’ambito delle questioni sociali, il ruolo dei giovani è immensamente variegato. Noi giovani, ci troviamo spesso al crocevia tra innovazione e tradizione, portando con noi il potenziale per fungere da agenti di cambiamento radicale nelle nostre comunità.

Iniziative come “Milano Invisibile” mettono in evidenza questo potenziale, dimostrando l’impegno della nostra generazione non solo a riconoscere ma anche a cercare di trovare un modo per risolvere le profonde disuguaglianze che affliggono la società. Come giovani, abbiamo la responsabilità e l’opportunità unica di plasmare il futuro. Siamo nativi digitali; questa familiarità con la tecnologia ci consente di diffondere la conoscenza e sensibilizzare su questioni sociali a un ritmo e in modi che erano inimmaginabili solo una generazione fa.

I mezzi che oggi abbiamo a disposizione ci permettono di amplificare voci che altrimenti resterebbero inascoltate, e portare alla luce realtà che molti preferirebbero ignorare. Il ruolo di noi giovani è anche quello di tentare di agire come costruttori di ponti, per unire persone di diverse generazioni, provenienze, strati sociali, culturali ed economici. Questo ruolo di mediatori è fondamentale per promuovere un dialogo inclusivo, che è la base per qualsiasi società equa ed equilibrata. Attraverso il dialogo e la collaborazione, dobbiamo cercare di demolire le barriere che dividono e di costruire invece comunità più coese e solidali.

Infine, la nostra età ci rende anche naturalmente inclini all’innovazione. Approcciamo le sfide sociali con una mentalità aperta e creativa, cercando soluzioni non convenzionali che possano essere più efficaci nell’affrontare le complesse realtà delle nostre città e società. Sperimentiamo nuovi modelli di intervento sociale, disposti a correre rischi nel tentativo di trovare risposte più inclusive e sostenibili alle problematiche che affrontiamo.

Manuela – Tu attualmente vivi fuori dall’Italia, hai studiato per un periodo nel nord Europa ed ora vivi a Madrid. Quali sono le differenze principali rispetto alla presa in carico delle problematiche di cui raccontate delle istituzioni di questi paesi europei e l’Italia?  

Francesca – Vivendo fuori dall’Italia e avendo avuto l’opportunità di studiare ad Amsterdam e ora vivendo a Madrid, ho avuto il privilegio di osservare da vicino come diversi paesi europei affrontano le problematiche sociali, come quelle evidenziate dal progetto “Milano Invisibile”.

È affascinante notare le differenze nelle strategie adottate, che riflettono non solo le politiche ma anche i valori culturali di ciascun paese. In Italia, e a Milano in particolare, le sfide sociali legate alla disuguaglianza, all’abitazione e all’inclusione sono profondamente radicate e complesse.

Le risposte delle istituzioni spesso appaiono frammentate, con un importante ruolo affidato alle ONG e al volontariato per colmare le lacune lasciate dall’azione governativa. Questo può portare a una certa inefficienza e a ritardi nell’attuazione di soluzioni concrete. Nei Paesi Bassi, invece, ho osservato un approccio molto più integrato.

L’approccio olandese sembra essere più proattivo, puntando a una qualità della vita urbana elevata per tutti i cittadini, attraverso un’ampia gamma di servizi di supporto e iniziative di inclusione. È impossibile ignorare, però, alcuni problemi critici come la crescente mancanza di alloggi accessibili e l’aumento esorbitante dei prezzi delle case.

Questi problemi stanno diventando sempre più pressanti, mettendo a dura prova le politiche sociali olandesi che, nonostante l’impegno per l’inclusione e la sostenibilità, devono affrontare la sfida di mantenere la città accessibile per tutti. Il modello olandese, pur essendo ammirevole per il suo approccio integrato e la forte enfasi sulla qualità della vita urbana, sta affrontando il difficile compito di bilanciare crescita e inclusività in un contesto di mercato immobiliare sempre più inaccessibile.

A Madrid e, più in generale in Spagna, ho notato un forte senso di solidarietà locale e un impegno notevole nelle iniziative comunitarie. Nonostante le sfide economiche, vi è una resilienza impressionante nelle risposte della comunità alle problematiche sociali. Le politiche spagnole mostrano un impegno verso la riduzione delle disuguaglianze, con un sostegno tangibile alle iniziative che promuovono l’inclusione sociale e la solidarietà.

Manuela e Francesca

Ed eccoli qua i ragazzi di Milano Invisibile…complimenti davvero per quello che fate!!!

Foto da Associaz. Milano Invisibile

Se volete conoscerli meglio e scoprire il loro ruolo all’interno dell’Associazione, cliccate su QUESTO LINK

Voglio ringraziare Manuela e Francesca per questa bellissima ed importante testimonianza!! Complimenti!!!

Marco

Nel caso in cui voleste saperne di più sul progetto Milano Invisibile lasciamo qui i link alle loro piattaforme:

Sito web: https://milanoinvisibile.it/

Instagram: https://www.instagram.com/milanoinvisibile_?igsh=ZWM1cjZ3emhma2po

Youtube: https://youtube.com/@milanoinvisibile?si=bBCAJVh00I66KS3-

Spotify: https://spotify.link/KCxV6ZFRiIb

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