Vorresti avere sopra il collo, adesso,
un simbolo che identifichi la testa,
una di quelle icone che si usano nei messaggi,
smile se sorride,
sgrunt se è arrabbiata,
almeno potresti sempre dire
che la testa l’avevi dimenticata
e tanto mica si parla della vita,
quella cosa insulsa
che si sbriciola tra le dita
come un biscotto, magari integrale,
perchè sei anche vegano,
no la vita non è un gioco virtuale
dove i pupazzi e le parole,
i giochi e i pensieri
si mescolano come carte,
anche quelle virtuali,
da giocare.
Vorresti avere sopra il collo, adesso,
una di quelle protezioni in ferro,
dove le luci proiettano la strada
e invocano alle tue orecchie
dove ti devi muovere,
se vuoi giocare ancora e abbattere
il nemico,
perchè questo gioco del morbo che ti uccide,
ancora non l’hai ben capito,
e poi non lo puoi nemmeno scaricare,
non riesci a visualizzarlo bene
sul tuo tablet o telefonino.
Vorresti avere sopra il collo, adesso,
non quella testa vuota di pensieri
piena di paure e di tormenti,
dubbi e domande,
sconvolgimenti,
ma un semplice suono che ti allieta
quando la partita è vinta,
un suono che ti dica
gioca ancora, solo se hai
un’altra vita appresso,
mentre ti rendi conto, solo adesso,
che di vite in questo gioco strano,
ne possiedi solo una,
e non puoi permetterti di giocarla,
di sciuparla, di combatterla, di sfidarla,
e allora vorresti avere sopra il collo, adesso,
un solo e piccolo momento
che ti riporti indietro
e che magari possa ricominciare
come un rewind che sei abituato
nel gioco del virtuale.

Roberto Busembai (errebi)

Immagine web: Mircea Suciu – Wise Guys