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NADEJDA (Olga Karasso da “Come quando a teatro”), di Olga Karasso

A mia madre
NADEJDA (Olga Karasso da “Come quando a teatro”)

Oggi comprendo oggi solo so che fosti l’amore
della vita il più appassionante
più tormentato che troppo spesso di remissione
pietà non conosceva le parole
oggi che nell’ultimo tuo respiro, madre mia,
non ti ho potuta proteggere
stringere tra le braccia per una ultima volta
mentre t’allontanavi indifesa
tornata di colpo perdutamente così bambina

quanto vano dolore rimpianto vano
quanto dolore per non avere inteso
esserci volute riconoscere in tempo
mentre perse in un orgoglioso destino
come due guerrieri resi ciechi di paura
tra le inestricate foreste dell’esistenza
ci ferivamo a morte per abitudine
incolpandoci l’una l’altra disperate
di una assurda misera vita insieme.
Pur sempre splendida vita insieme.

Rimpianta vita insieme.

foto tumbir