Sandro Romeo. Covid 19: E’ l’indice di misura della disumanità della gente

Alessandria today: È esattamente così! Io e mia moglie, assieme ai miei figli, stiamo facendo sacrifici enormi per ridurre al minimo le occasioni di contatto con gli altri. Non facciamo shopping al pomeriggio o al fine settimana, bensì al mattino e solo durante la settimana facciamo la spesa intorno alle 13, dove c’è meno ressa e soprattutto gli anziani sono seduti (in teoria) già a tavola, chi ha la pausa è in dirittura di terminarla e chi smonta o rimonta da turni pomeridiani è impegnato a recarsi a lavoro. 

I miei genitori sono in Sicilia, i miei suoceri evitiamo di vederli e già da questa estate non andiamo e non invitiamo nessuno a casa. Il cibo da ristorazione lo ordiniamo a casa e gli amici li vediamo solo al supermercato, a distanza e senza baci e abbracci. 

Mia moglie è una maestra delle elementari e quindi più che attente per definizione, io lavoro in una azienda di spedizioni e i contatti anche se tanti, sono ridotti al minimo proprio per caratteristica del mio lavoro e tuttavia utilizzo i dispositivi di protezione in maniera appropriata e senza farne una tragedia. 

Stiamo veramente facendo ciò che si può e lo stiamo facendo con impegno e sacrificio. La vita non sta trascorrendo rose e fiori, ma abbiamo focalizzato che è fondamentale per un po di tempo proteggersi. 

Io alla mia salute ci tengo a quella di mia moglie più che la mia è quella dei figli.. che ve lo racconto a fare. Ad oggi siamo in perfetta salute, certo, lo stato emotivo ne risente ma poi torniamo ad immaginare come sarebbe da soli in una terapia intensiva e allora torna la felicità di essere in salute e con due lavori stabili. 

Mi fa rabbia che la gente non sappia mettere in atto comportamenti che potrebbero certamente aiutare a rallentare ed indebolire questa epidemia. Forse la gente, con “con questo virus dobbiamo impare a conviverci” pensa che si può fare ciò che si faceva prima ma con in giro il virus. Non è così! La morte e la vita è in questo momento dipendente dal nostro comportamento.

Io non voglio ammalarmi e ne tanto meno morire, così come non voglio che muoia un familiare, un parente, un amico o un conoscente. La cosa che più mi fa paura oltre alla malattia, è di viverla in solitudine e senza il conforto che solo un nostro familiare saprebbe darci. 

Questo virus poteva essere alla fine dell’esperienza un modo per rinnovarci e migiorare, ed invece è l’indice di misura della disumanità della gente