Racconti: LA MIA DONNA, di Gregorio Asero

LA MIA DONNA 

Quando penso alla mia donna la immagino viva nel pieno della sua completezza, il suo corpo non ha mai smesso nemmeno per un solo istante di essere il corpo della mia amata, in cui trovavo, adesso che rammento, un fascino femminile afrodisiaco. Ma ormai lei è morta da parecchio tempo e forse il mio corpo l’ha un poco dimenticata, ma non la mia anima. 

Non so se le sue doti, gli stessi suoi sogni, la sua perfetta forma femminile, potranno un giorno ritornare nel corpo di un’altra donna a gettar scompiglio nel mio cuore. Non posso immaginare in quale forma femminile questa volta si possa incarnare un’altra donna per portare trambusto nella mia vita.

Forse mi apparirà luminosa e misteriosa come un cielo purpureo allo spuntar dell’aurora. Forse!

Il volto della mia donna è perennemente davanti ai miei occhi, più della luce del giorno, perché anche ad occhi chiusi ella è impressa nella mia mente, perché anche ad occhi chiusi non smetto di amarla. Per me, ovviamente, è insostituibile. Ella è come una marea che si avvolge intorno a un minuscolo scoglio: mi invade.

In ogni caso, anche se la donna che dovessi un giorno amare, in una certa misura le somigliasse, vale a dire che se la mia scelta non fosse libera perché condizionata dal ricordo del passato, sarà comunque orientata necessariamente verso qualcosa di più grande e maestoso che non in un individuo e cioè sarà orientata, la mia scelta, verso tutto l’insieme del genere femminile e questo, penso, riuscirà a mitigare il mio amore per la donna che amai.

Ecco io avevo pensato che le mie relazioni con altre donne mi avrebbero dispensato dal soffrire; non è stato così!

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da “Pensieri sospesi”

di Gregorio Asero 

copyright legge 22 aprile 1941 n. 633

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