Quando si correva in quella strada [lunga più delle gambe
per dire forma e precipizio]
aveva più dei nostri anni
e una voce che non sembrava
creatura insana, bensì un sonoro diamante

Oggi è larga solo un mezzo sorriso

la strada, uguale a sé e di più –
e lui è rinato di sicuro, più d’una forza:
s’è sistemato oltre l’orizzonte
vive su cime d’avorio ed è innocente
come quel che mi passa in mente

Raccontavano del fantasma, i vecchi, deridendoci

deridendo il frullo della morte –
e noi dalle nostre tenere budella
c’incollavamo alla paura, alle tende
appesi col respiro precoce,
smorzati in tempo

A volte un filosofo, un soccorso
soprattutto
ci dava ali in prestito
e memorie di uccelli, per sorvolare

Accade circa la stessa scorciatoia
ora – mai dire cuore –
quando arranca la noia
tra le cose asfittiche
e le lettere inanimate
sotto il peso delle copertine

foto dal web