Il punto su crescita, occupazione, ricerca e innovazione, sicurezza e bonifica di fronte ai consiglieri delle Commissioni Consiliari Sicurezza e Ambiente Sociali e Sanitarie del Comune di Alessandria.

Accelerazione sul fronte della mobilità so-stenibile, una nuova frontiera di applicazione per i fluidi, una dinamica occupazionale che solo durante la fase pandemica ha visto al-cune decine di nuovi ingressi, un sito produt-tivo in cui verrà sviluppata una progettualità dedicata alla ‘fabbrica del futuro’. Il polo chi-mico Solvay di Spinetta Marengo annuncia nuovi investimenti per decine di milioni in li-nee produttive nuove e nello sviluppo di un prototipo (Aquivion) per la produzione di ma-teriali per le batterie a idrogeno, che sarà operativo verso la metà del 2022. Un proget-to che guarda al futuro anche con l’idea di una fabbrica di batterie che potrebbe essere realizzata su un’area vicina a quella di due-cento metri quadrati su cui si sta realizzando l’impianto (circa 2,2 chilometri di linea pro-duttiva) per le membrane per le celle a com-bustibile.
Durante l’incontro fra i vertici di Solvay, con Marco Colatarci, Country Manager in Italia, e Andrea Diotto, direttore dello stabilimento di Spinetta Marengo, affiancati da alcuni re-sponsabili di settore e produzione, e le Com-missioni Consiliari ‘Sicurezza e Ambiente’ e ‘Politiche Sociali e Sanitarie’ del Comune di Alessandria, riunite in seduta congiunta nella sede della multinazionale belga. Dopo avere presentato il quadro di sintesi dello stabili-mento, seguito dalla visita alla barriera idrau-lica e all’impianto del Pfr, ai consiglieri co-munali è stato illustrato in dettaglio l’azione sviluppata da Solvay rispetto alla bonifica e ai pfas.
La chimica del fluoro di Spinetta Marengo oggi occupa seicento persone (cui si aggiun-gono circa quattrocento addetti di tutto l’in-dotto), dall’età media di 42 anni e un’anziani-tà aziendale di sedici anni. Il personale è re-sidente per il 92 per cento in provincia e il 53 per cento ad Alessandria. Centomila tonnel-late all’anno di traffico commerciale, oltre seicento prodotti, più di mille articoli, l’85 per cento della produzione indirizzata all’espor-tazione, sono altri numero di una realtà indu-striale che lo stesso gruppo Solvay ha indivi-duato, insieme a un altro sito, come ‘fabbrica del futuro’.
Particolare attenzione è stata dedicata alle novità produttive, che confermano la volontà del gruppo di mantenere solide radici ad Alessandria. Dal 2002, anno in cui Solvay ha acquisito Ausimont del gruppo Montedison, c’è stato un investimento globale di seicento milioni di euro, di cui 250 milioni per sosteni-bilità, manutenzione e ammodernamento del sito. Nel mese di luglio il Tribunale Arbitrale, istituito secondo il Regolamento della Came-ra di Commercio Internazionale, ha ritenuto Edison, precedente proprietario dei siti indu-striali di Spinetta Marengo e Bussi sul Tirino, responsabile per la violazione delle dichiara-zioni e garanzie contrattuali in materia am-bientale in relazione alla vendita a Solvay, av-venuta nel 2001. «L’esito del giudizio arbitrale è stato molto importante per Solvay, in quan-to ha riconosciuto le falsificazioni intenzio-nali delle informazioni che avevamo ricevuto durante la procedura di acquisizione di Ausi-mont. Ciò non ha impedito a Solvay di realiz-zare le necessarie e importanti azioni di bo-nifica in tutti questi anni, ad ulteriore dimo-strazione del nostro impegno a fare ciò che è giusto in termini di rispetto ambientale e a far valere i nostri diritti quando riteniamo che altri siano in difetto» erano state le parole di Marco Colatarci.
Di fronte alle Commissioni consiliari, sono state poi illustrati tre progetti particolarmen-te innovativi: Tecnoflon Fkm, nuovo reattore per la polimerizzazione che rappresenta l’espansione della produzione di fluoroela-stomeri (riduzione delle emissioni dei moto- ri a combustione e utilizzo di batterie al litio), la cui attivazione è prevista entro la fine dell’ anno; il prototipo dell’Aquivion per la produ-zione di materiali per la mobilità elettrica (batterie a idrogeno) che sarà operativo ver-so la metà del 2022; è stato annunciato che il fluido Galden (insieme a Fomblin è utilizza-to in numerosi mercati: automobilistico, ae-ronautico, industriale, elettronico, semi-con-duttori, cosmesi) è fase di sperimentazione per raffreddare i grandi server dei data cen-ter (i cervelli delle grandi compagnie tech). Quasi sempre raffreddati ad aria con un si-stema che consuma moltissima elettricità e ha un conseguente impatto ambientale, i ser-ver potrebbero essere immersi nel Galden, ottenendo un migliore risultato rispetto al si-stema attuale, un minore utilizzo di energia e quindi meno emissioni. La sperimentazione è in corso, con un primo utilizzo per dei ser-ver militari.
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