Lì di fronte,
in mezzo allo specchio
stavano i ricordi.
Pressavano sulla spina dorsale
punzecchiavano le caviglie
con prepotenza:
immagini, nomi, idee ormai senza domani
Si vestivano di lui.
Come stare dritto?
Non ce l’avrebbe mai fatta,
come le carezze al gatto
i ricordi non hanno sogni
ma non voleva piegarsi
né distogliere i suoi dinnanzi ai loro occhi:
“non ora, non adesso, restate lontani,
non è questo il momento,
…più tardi”.
Chiedeva solo un rinvio
come chiede chi sa che
Dio
non verrà