[Vorrei essere vivo]

Dalla mia stanza blu vi parlo

da un raggio di luce vi sto guardando

è un bel luogo, si sta bene qui

a conversare con le grandi anime

ma ciò non toglie che vorrei tornare

vorrei essere vivo

io vorrei essere vivo

vorrei pestare la polvere del pianeta

in Marocco in Bangladesh

a Cuba, a Firenze, a Nuova Deli

sentire di nuovo il peso del mio corpo

centrato dalla colonna vertebrale

desidero follemente

che la mia pelle bruciata con tutto il resto

nel 2016

sia sfiorata di nuovo

da qualcuno che amo

nel mio salotto a New York c’è una cassa di libri

che non ho fatto in tempo ad aprire

vorrei sentire mal di denti

lamentandomi come tutti voi che siete

ancora vivi

avvertire in un cuore di carne

la scossa di un piccolo tradimento

per esercitarmi a perdonare – ricordo l’ebbrezza che mi diede

l’ascesa della compassione, così difficile da perseguire

così esaltante quando si raggiunge

non vorrei tornare per finire qualcosa

perché ho dimenticato di abbracciare qualcuno

mi avevano dato il tempo di farlo

ho sistemato tutti gli affari

ho salutato i miei li ho preparati alla mia partenza

io vorrei essere vivo per respirare

prendere l’aria e lasciarla andare

vorrei essere vivo vorrei essere contemporaneo

vivere con tutti voi la paura

la sensazione dello scampato pericolo

caricare la sveglia, addormentarmi

ogni giorno di nuovo avere un ritmo

svegliarmi da un sogno della mattina

cercare di decifrarlo

scrivere la lista della spesa

vorrei essere vivo

ho in testa le note di una canzone

ma nessuno per suonarla

ho fatto tutto quello che dovevo fare

ma non bastava mai, non bastava

avrei voluto essere il primo uomo millenario

ma poi ci penso e mi dico

non sarebbero serviti neppure mille anni

per la voglia di vita che ancora mi rimane.

(Patrizia Caffiero)