Il breve, primo, romanzo di Julia Deck si intitola “Viviane Élisabeth Fauville”. L’autrice aveva lavorato nel ramo dell’editoria negli Stati Uniti e, tornata in Francia, decise di dare alle stampe la sua opera prima, un noir che si legge come suole dirsi “tutto d’un fiato” perché la vicenda narrata non concede tregua né ammette soste se non brevissime.

La protagonista è la donna che dà il titolo al libro, il quale nelle prime pagine la descrive chiusa in un appartamento della periferia di Parigi mentre osserva la figlioletta che dorme nella sua culla. La donna è turbata perché non ricorda né chi è lei stessa né, conseguentemente, gli ultimi avvenimenti della sua vita e si sforza di farlo in quanto avverte che è successo qualcosa che deve averla sconvolta. Pian piano si aprono nella sua mente squarci di azioni che lei ha compiuto nella giornata e, a fatica, inizia a ricordare chi è lei e a ricostruire il suo passato recente. Fuggita con la bambina dalla casa in cui viveva con il marito Jiulien, che la tradiva con una donna più giovane, Viviane ha preso in affitto un appartamento di periferia nonostante possegga le chiavi di un altro appartamento più centrale che era appartenuto da sua madre morta e che è rimasto libero da alcuni anni. Un appartamento che lei non vuole vendere né affittare nonostante le insistenze del marito. La donna ricorda di avere 42 anni e di lavorare come responsabile di comunicazione in un’azienda importante e ricorda anche le azioni che ha compiuto nella giornata: al mattino si era recata nell’appartamento dove viveva con il marito per andare a ritirare un set di coltelli, regalo di matrimonio ancora conservato insieme ad altri doni similari, in un armadio. Con quegli oggetti era poi andata nello studio del suo psicanalista, dopo avergli telefonato ed essere riuscita a strappargli un appuntamento. L’uomo l’aveva ricevuta dimostrandosi un po’ seccato per quella visita non programmata che però non aveva potuto evitare di accettare. La donna ricorda di essere apparsa sconvolta e poi di avere accoltellato l’uomo e quindi fuggita via. Non rammenta altro, se non il fatto che il giorno dopo era tornata nell’appartamento coniugale per riporre nuovamente il set di coltelli nell’armadio da dove li aveva presi in modo da far scomparire l’arma del delitto e di essere stata convocata successivamente dalla polizia che le aveva chiesto di fornire un alibi proprio per le ore in cui risultava essere stato ucciso lo psicanalista. Altri ricordi qua è là si fanno strada nella sua mente: le sue azioni di pedinamenti di personaggi che, come risultava dalle pagine di cronaca giornalistica, erano stati accusati dell’uccisione dello psicanalista, non ultima la di lui moglie. Rivive i colloqui avuti con il marito che le chiedeva con insistenza il divorzio e l’affidamento della bambina, e poi altri frammenti di accadimenti che la vedono chiusa in una stanza di clinica psichiatrica.

Il romanzo è scritto in diversi livelli: a volte in prima persona, altre in seconda o in terza. Alla scrittrice, che fu chiesto del perché di questa scelta, rispose che questa essa era stata dettata dall’esigenza di creare maggiore suspense, perché segnalavano al lettore, indirettamente, che quello che la protagonista ricordava parlando in prima persona, potesse essere un falso ricordo e la pista che sembrava più logico seguire da chi legge potesse essere fallace. In effetti la scelta della scrittrice si rivelò felice perché funzionale ed fu uno dei motivi del successo che il libro incontrò in Francia.

In un’intervista Julia Deck non nasconde il suo scetticismo sulla bontà delle cure psicoanalitiche e quanto accade nel romanzo, in qualche modo, avvalora questo scetticismo, tuttavia si può anche azzardare che esso possa essere come una forma di transfert liberatorio da parte della scrittrice.

Come ogni noir che si rispetti la verità verrà a galla proprio nelle ultime due pagine del romanzo e, ovviamente, non è quella che si aspetta il lettore, anche se gli indizi per scoprirla sono presenti in un punto ben preciso della vicenda.

Il romanzo è scritto con lo stile asciutto, realista e senza digressioni e orpelli inutili, cosa che facilitano la lettura che, visto i diversi livelli di scrittura (in prima, in seconda e in terza persona) rischierebbe di confondere il lettore.

Il libro, di 129 pagine, è in catalogo della Casa Editrice Adelphi, 1a edizione febbraio 2014. Il costo è di € 15,00. Online presso la casa editrice è di € 14,25, spese postali gratuite. Presso La Feltrinelli Ibis il costo è di € 14,25 + costo di spedizione. Il formato Kindle ha un costo uguale per tutte le piattaforme di € 7,99.