In questo libro che va oltre la mera raccolta di poesie, non a caso inserito nella Collana Parallelismo delle Arti accanto alle poesie, ritroviamo fotografie tra le quali spicca quella relativa alla statua di Luigi Vanvitelli stesso, opera del 1879 dello scultore Onofrio Buccini (1825-1896), immagine connessa, interagente, con l’omonima poesia encomiastica dedicata all’architetto della Reggia di Caserta.

Angela Ragozzino

VOCI D’ANIMA, D’ARTE E DI NATURA

Recensione di Raffaele Piazza

Ricorre nel 2023 il 250° anniversario della morte dell’architetto Luigi Vanvitelli progettatore della celeberrima Reggia di Caserta, icona storica dell’arte di tutti i tempi.

Da notare che la poetessa Angela Ragozzino è nata a Sant’Angelo in Formis, frazione di Capua, in provincia di Caserta dove attualmente risiede e quindi come punto di partenza c’è la vicinanza geografica proprio con Caserta come chiave d’accesso a questo volume che non a caso sarà presentato tra breve a Sant’Angelo in Formis e a San Leucio.

A proposito di parallelismi il libro può essere considerato un ipertesto, frutto dell’interazione dei piani espressivi, delle linee di codice che si sovrappongono e intersecano appunto di poesia, fotografia e arti figurative.

Affascinante e compiuto il progetto nella sua originalità e nella sua eclettica bellezza.

Poetica neolirica ed elegiaca quella della Ragozzino dove non a caso la natura gioca un ruolo importante e dove la partita si gioca tra rêverie e linearità dell’incanto in un incantevole connubio.

In A Luigi Vanvitelli, poesia ispirata dalla stessa scultura che raffigura l’architetto, leggiamo: «Lo sguardo spazia / nella fertile piana / e si ferma là sulla collina. / Il verde bosco è percorso / da cervi e cinghiali / tra ninfe e fauni giocosi. / E vedi mute di cani, creature silvane / tra alberi e acque sorgive…».

Nella suddetta poesia c’è anche un chiaro richiamo al mito con figure mitologiche classiche che sono nominate, elemento veramente raro nel nostro panorama letterario in un recupero del passato magico e ammaliante.

Filosoficamente in Canne al vento la poetessa riprendendo l’assunto di Pascal afferma di essere appunto una canna al vento ma canna pensante e parla di solitudine, ma comunque scrive ottimisticamente che al vento non si spezza nel mirare nuvole bianche e tasselli di una natura incontaminata: «Canne al vento / sulla riva, onde increspate / dalla brezza marina. / Rocce arse, baciate / dal caldo sole d’agosto. / Il fico d’India, verde / dai frutti spinosi, / ma dal cuore tenero e dolce. / Canna al vento, si piega / ma non si spezza…».

Piacevole la poesia Il raccolto verrà in connubio con il dipinto olio su tela Al ritorno dai campi di Franca Maschio connotato da un fresco cromatismo che raffigura sei uomini visti di spalle che camminano per un suggestivo sentiero ai cui lati si stagliano coltivazioni di spighe alte e rigogliose e tutto pare pronto per la primeva mietitura che avverrà ancora anche nella nostra realtà liquida, alienata e consumistica tipica dei nostri giorni.

Intenso il dipinto Notturno di Fabio Recchia che si può considerare di tipo figurativo perché rappresenta dei vaghi rami di pino, rischiarati dalla luna, sullo sfondo di tinte surreali rosse, blu, verdi e azzurre che creano sospensione e mistero accentuate dalla tecnica spray art che aumenta la suggestione e la rarefazione delle immagini. Tale dipinto ben si accosta alla poesia Nel silenzio della sera: «… / Oh! luna che brilli lassù, / illumina i miei passi / per questi ultimi scampoli di vita. / Solo nel silenzio della sera / ritrovo me stessa / e la mia anima trova la pace».

Un globale e superlativo esercizio di conoscenza se è vero che l’unione fa la forza anche in campo estetico.  

Raffaele Piazza 

Angela Ragozzino, Voci d’anima, d’arte e di natura, prefazione di Enzo Concardi; Guido Miano Editore, Milano 2023, pp. 80, isbn 979-12-81351-02-8.