A circa 30 minuti di auto da Erbil, la vivace capitale del Kurdistan iracheno, si estende un insediamento di umili capanne che costituiscono il campo del Partito della Libertà del Kurdistan (PAK), un gruppo armato di miliziani iraniani-curdi.

Quello che colpisce subito è che, a differenza di quanto si potrebbe immaginare, questo campo è abitato esclusivamente da donne. Le “Sorelle d’armi”, come vengono chiamate, costituiscono una forza formidabile in un mondo spesso dominato dalla presenza maschile. La loro presenza in questo campo è cresciuta in seguito all’escalation di violenze in Iran dopo la tragica morte di Mahsa Amini, una giovane donna iraniana-curda di soli 22 anni, che fu brutalmente picchiata e uccisa mentre si trovava sotto la custodia della polizia sostenuta dallo stato, l’anno scorso.

“In Iran, la bandiera curda, i simboli e persino i nomi sono proibiti”, afferma Media, una coraggiosa giovane di 19 anni originaria di Tehran. Media stessa è stata vittima di violenze e incarcerata durante la feroce repressione governativa che ha fatto seguito alle proteste.

Questo tragico evento ha catalizzato un’importante riflessione e mobilitazione. A un anno dalla morte di Mahsa Amini, il parlamento iraniano ha approvato una legge che impone pene più severe per le donne e le ragazze che non rispettano le restrizioni legali sul vestiario, con pene detentive che possono arrivare fino a 10 anni. Teheran sta anche esercitando pressioni sulle autorità curde irachene affinché disarmino le miliziane presenti sul loro territorio.

Ma, nonostante la crescente repressione, il coraggio delle Sorelle d’armi non si è spezzato. Come sottolinea Kawsar Fattahi, una comandante peshmerga nel campo, “Il nostro movimento non è stato schiacciato, neanche dalla repressione più severa. Tutte le rivoluzioni richiedono tempo; non si realizzano dall’oggi al domani”.

Le donne nel campo del PAK continuano a lottare non solo per la loro libertà e i diritti delle donne, ma anche per il diritto di esistere come curde in una terra dove la loro identità è stata a lungo soppressa. La loro determinazione rappresenta un esempio di resilienza e forza che continua a ispirare il mondo.

Sorelle d’Armi