La poesia “Sera d’autunno” di Giovanni Pascoli dipinge un ritratto nostalgico e suggestivo della stagione autunnale, in cui il poeta coglie e trasmette, con sensibilità straordinaria, l’atmosfera malinconica e allo stesso tempo affascinante dell’autunno.

Pascoli, attraverso una scena di vita rurale, evoca immagini vivide e suggestive. Descrive la strada lungo la quale brillano le bacche rosse e mature, una scena che suggerisce gioia e vitalità in contrasto con la malinconia dell’autunno. L’autore cattura la bellezza inaspettata della natura, offrendo al lettore un momento di contemplazione e riflessione.

Il dipinto della campagna autunnale diventa ancora più evocativo con l’arrivo di un povero viandante che attraversa la strada, il suo passo lento e il suono delle foglie secche si mescolano con l’atmosfera serale. Intanto, sullo sfondo, una giovane donna intona una canzone al vento nei campi, simboleggiando la delicata e fragile bellezza di un fiore di spina.

La poesia esprime un senso di tranquilla malinconia tipica delle giornate autunnali, in cui la bellezza della natura si fonde con la melodia di momenti semplici della vita quotidiana. Pascoli, con maestria, cattura la poetica dell’autunno, offrendo al lettore uno sguardo intimo e commovente sulla bellezza e la fugacità della vita.

“Sera d’autunno” è un capolavoro che incanta e commuove, una poesia che affonda le sue radici nella bellezza mutevole e malinconica di una stagione in transizione, guidando il lettore in un viaggio emozionale attraverso la natura e l’animo umano.

“Sera d’autunno” di Giovanni Pascoli

Lungo la strada vedi per la siepe
ridere a mazzi le vermiglie bacche:
nei campi arati tornano al presepe
tarde le vacche.

Vien per la strada un povero, che il lento
passo tra foglie stridule trascina:
nei campi intona una fanciulla al vento:
fiore di spina!