Forse l’illusione
potrebbe non ridursi
a un’esistenza colma di delusioni
se svelasse il tormento
di quel fuoco dentro
che arroventa e sparpaglia
scaglie di universo
all’eterno rifiorire dei giorni.
Tramontate,
dunque, come il sole
tra le maree al crepuscolo,
non annichilite come foglie tremolanti
all’insorgere dell’inverno più rigoroso,
confondetevi con il canto
dell’aurora nelle primavere
a venire.
Forse una nuova notte
potrebbe rivelare
intense e cineree
cime innevate
e dall’oscurità
far travalicare di luce
lo spregiudicato spirito del nulla.
Eppure la quiete è in quella brezza
che sfiora la vita e rinfresca l’anima,
orizzonte infinito di immensità
e salasso di caduche membra.
Quanta bellezza,
in questo frangente,
incontaminata nella purezza
e incolta nella perfezione,
a soccorrere intuizioni perdute
e a limitare il tempo delle parole.
Quanta verità tra fogli
imbrattati di silenzio!
Accomodati qui, ora,
mia follia,
tra il cuore e la ragione,
tra le mani e la bocca.
Che tu sia perenne
e priva di senno
attimo dopo attimo
nel frugale spazio
del divenire.