Alessandria, 7 marzo 2024: Nel panorama agricolo italiano, emerge una significativa contrazione delle semine di grano duro, con un calo stimato del 10% a livello nazionale nel 2024, secondo le previsioni emerse durante un incontro presso il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare il 22 febbraio scorso. La situazione appare ancor più critica nelle regioni del centro Italia, dove si registra un decremento del 17%, e nel sud Italia e nelle isole, con una flessione superiore all’11% rispetto all’anno precedente.

Questo significativo calo delle coltivazioni di grano duro rappresenta un fenomeno senza precedenti degli ultimi 6 anni. L’analisi della Coldiretti suggerisce che questo andamento sia attribuibile alle basse quotazioni del grano duro, favorito dall’incremento record delle importazioni provenienti da Paesi extraeuropei nel 2023, con un aumento del 130% su base tendenziale.

Le importazioni da Turchia e Russia si sono rivelate particolarmente rilevanti, diventando rispettivamente il secondo e il terzo fornitore italiano, seguite dal Canada, che ha registrato un incremento dell’83% e rimane comunque il principale fornitore.

Nel corso del 2023, l’Italia è stata interessata da un’imponente ondata di grano duro russo (+1164%) e turco (+798%), mai registrata in precedenza, causando una diminuzione del 15% delle quotazioni del prodotto nazionale.

In controtendenza, le superfici seminate a grano tenero rimangono stazionarie, pari a 606.653 ettari (+1,4%), mentre si osserva una contrazione dell’8% nelle superfici destinate alla semina dell’orzo, che raggiungono un totale di 267.078 ettari.

Questa situazione rappresenta una sfida significativa per gli agricoltori italiani, evidenziando la necessità di adottare strategie adeguate per fronteggiare le oscillazioni di mercato e preservare la sostenibilità del settore.