Lorenzo Balducci in stato di grazia al suo debutto al Teatro Manzoni di Milano nell’One Man Show “E.G.O. o la ricerca della felicità” o, meglio, i modi per conquistarla e lui ne dà un’indicazione tutt’altro che risaputa tra l’ironia (tanta) e la provocazione (tipica nei suoi spettacoli). L’attore conduce lo spettatore a scoprire cose che questi conosce già ma sui quali non è solito soffermarsi a meno che non venga opportunamente stimolato. Sì perché la ricerca della felicità è un tema che può dare angoscia nel momento in cui si realizza che per raggiungerla bisogna essere in grado di superare ostacoli e soprattutto paure ataviche che ciascuno si porta dentro. La felicità è legata alla vitalità che è il contrario della morte ed è quest’ultima che tormenta l’uomo soprattutto perché il suo arrivo, pur essendo sicuro, non è prevedibile a livello temporale. I temi dello spettacolo sono quindi la morte e cosa fare per esorcizzarla e allontanarla. La morte con quello che rappresenta, con il terrore dell’uomo di fronte alla sua comparsa che avviene più probabilmente con l’avanzare dell’età, anche se Balducci, un po’ scherzosamente e un po’ causticamente secondo il suo linguaggio sopra le righe, fa notare che la dipartita può avvenire anche in età giovanile, e le statistiche lo dimostrano. Del resto, prima ancora che lui prenda piede sul palcoscenico, lo schermo ne mostra l’immagine in primo piano con alle spalle il personaggio assassino di Scream che appare sardonico con il volto sorridente senza colpo ferire ma pronto all’assalto in quello che potrebbe essere il momento più inaspettato.

L’uomo pur di sfuggire alla morte si è creato un surrogato di giovinezza che sfida gli anni vissuti in barba all’anagrafe mentre il fisico non può non tradirlo. Ed è qui che Balducci sfodera le sue battute più sagaci e le imitazioni di celebri personaggi i cui volti sono rappresentati in foto proiettate sullo schermo e dando loro voce nello loro battute più famose. Non può mancare una Patty Pravo, forse la sua parodia più famosa, o Ilona Staller o anche Valeria Marini. Ma non mancano altre attrici omaggiate invece per i film che le hanno rese celebri (Judy Garland) o per le loro frasi diventate famose (Joan Crawford).

Muovendosi con celerità in lungo e in largo in prevalenza sul proscenio, Balducci parla velocemente e ininterrottamente a lingua sciolta senza freni. Il suo eloquio è una serie ininterrotta di battute che assumono il sapore di aforismi e che fanno tutte parti di quell’unico tema, la paura della morte e l’ansia di vivere, per cui l’uomo diventa schiavo di abitudini che specialmente nell’ultimo trentennio e l’uso smodato dei social hanno portato all’amplificazione. “La morte spaventa chi non ha il coraggio di vivere” e per scongiurarla la persona si dà a una vita in cui si moltiplicano gli incontri sessuali che diventano pret-a-porter, e qui non mancano i riferimenti del mondo lgbtq+, e, tuttavia, diventano ripetitivi “come un enorme gelato dove tu sei costretto a prendere sempre lo stesso gusto” anche perché “L’ego è paura e non un’esagerata considerazione di uno spermatozoo che si crede un dio”.

Del resto “la vecchiaia sarà anche bio ma comunque brutta” e qui Baldini non esita a descrivere tutti i rimedi che sono stati inventati e che continuano a crescere catturando economicamente tutti quelli che non sanno trovare il coraggio per affrontare il trascorrere degli anni con i segni inesorabili del loro trascorrere sulla persona. E qui vengono snocciolati, senza falsi pudori e con battute ironiche e graffianti buona parte di questi “segreti” necessari a mantenere in forma giovanile il proprio fisico, dalle creme più improbabili che però fanno sempre più seguaci (come la bava di lumaca o anche lo sperma, qui chiamato liquido seminale) fino alla più tradizionale chirurgia plastica tout court.

Uno spettacolo che affronta temi della nostra società in maniera satirica ma non fine a sé stessa perché comunque trascende dalla battuta immediata che porta al riso ma induce anche alla riflessione.

In un insieme di parole in libertà, imprevedibili, irriverenti, divertentissimi, Balducci ha deliziato senza tregua per un’ora abbondante i suoi collaudati ammiratori, accorsi numerosi ad applaudirlo, ma ha anche conquistato gli spettatori che lo hanno visto per la prima volta in palcoscenico restandone conquistati e pronti a vederlo ancora in un prossimo spettacolo (questo secondo diverse reazioni che ho colto dal pubblico durante il suo defluire dalla sala) .

Visto il giorno 18 marzo 2024

(Carlo Tomeo)

Arteteca

presenta LORENZO BALDUCCI in

E.G.O.
L’arte della felicità

di Riccardo Pechini e Mariano Lamberti

regia Mariano Lamberti