Dal blog della scrittrice e artista, Eletta Senso, uno dei suoi scritti, mai banali, sul tempo e la vita, accettando “ il gioco del caos.”

Ci sono persone che vivono nel passato. Anche i loro racconti hanno la testa rivolta all’indietro: quando ero giovane facevo, a vent’anni ho fatto, quando ero al mare con la mia fidanzata, quando facevo subacquea con mia moglie, quando portavo mia madre in montagna…

Difficilmente sanno pro-gettare nuove esperienze e, se lo fanno, sono generalmente individualisti: non includono altri. Decidono da soli spesso ripercorrendo le strade e i percorsi già agiti, tornando sui luoghi della nostalgia per incontrare i loro fantasmi.

I depressi non hanno sguardo per il futuro. 

La testa china mentre camminano. Guardano giù.

Ci sono persone, invece, che cancellano e rimuovono il passato. Non ricordano. La memoria del già agito è appannata. Quando sono nel presente è solo presente. Non ci sono catene a tenerli. Non cercano fantasmi. Non sentono nostalgia. Difficilmente hanno radici e sono pronti a inventarsi nuove situazioni in diversi ambienti.

Prendono il bello che c’è in ogni situazione, aperti ai momenti di fuggevole felicitá.

Ci sono persone che, ricordando e facendo tesoro delle esperienze passate, sanno costruire momenti nuovi. Sanno cogliere la piccola felicità di un attimo: il sole che rivela forme trasparenze e ombre tra le foglie o le nuvole. 

Ci sono persone che non trovano pace pensando che l’avevano e l’hanno persa. 

Non si può tornare indietro ad aggiustare l’orologio che si è smontato. Sono stolti che non fanno che replicare i propri errori, fuggendo l’attimo presente. Mancano di consapevolezza: credono che l’accaduto non sia stato un prodotto di propria responsabilità. Invece, che ci piaccia o no, noi siamo i principali agenti di ciò che viviamo. ( Caso permettendo ).

Tocca a noi, non ad altri, scegliere di modificare il corso degli eventi scegliendo quale direzione prendere ora, ora. 

Poi, ci sono cose che, semplicemente, accadono. Come un terremoto o purtroppo una calamità naturale. Non possiamo fare nulla se non inchinarci alla forza e necessità del cosmo. Abbassare l’arroganza, l’hybris che ci fa credere dei, e accettare il gioco del caos.

Anima mia, io ti insegnai a dire ” oggi ” come fosse ” un giorno ” e un ” tempo “, e a danzare al di sopra di ogni ” qui ” e ” lí e là ” la tua danza circolare. (Nietzsche)

Foto : opera di Eletta Senso

Marcella Donagemma