KARLHEINZ STOCKHAUSEN

Dal 3 maggio in libreria la prima traduzione mondiale 

dei testi sulla “Nuova Musica”

presentazione al Salone del Libro di Torino sabato 11 maggio

KARLHEINZ STOCKHAUSEN:

Testi sulla musica elettronica e strumentale 1952-1962. Saggi sulla teoria della composizione

A cura di Massimiliano Viel   © 2024 Shake Edizioni www.shake.it
prezzo al pubblico € 29,00 in libreria e nei negozi online dal 3 maggio 2024

“Testi sulla musica elettronica e strumentale” di Karlheinz Stockhausen, in libreria e nei negozi online dal 3 maggio 2024, è la prima traduzione mondiale – esistente fino ad ora solo in tedesco – di un libro dal valore documentario e storico altissimo, uno dei testi più decisivi per comprendere le avanguardie artistiche del Secondo Novecento ed in particolare la cosiddetta “Nuova Musica”.

Il libro verrà presentato al Salone del Libro di Torino sabato 11 maggio alle ore 18.15 in sala Indaco, alla presenza del curatore Massimiliano Viel.

Il volume di Stockhausen, dopo “Un anno, a partire da lunedì. Dopo Silenzio” di John Cage, è il secondo dei Classici della Nuova Musica, la nuova collana a cura di Massimiliano Viel per ShaKe Edizioni che si compone di libri scritti dagli stessi compositori, dedicata agli appassionati della musica e dell’arte contemporanea. Curati dal compositore, musicista e ricercatore Massimiliano Viel, i Classici della Nuova Musica propongono testi fondamentali scritti da compositori e autori che hanno rivoluzionato il modo di scrivere, fare e pensare la musica di tradizione europea.

“Testi sulla musica elettronica e strumentale” raccoglie i fondamentali testi scritti da Stockhausen sulla musica orchestrale ed elettronica tra il 1952 e il 1962. Sono gli articoli relativi al periodo di sua massima esplorazione musicale, legata in particolare a uno dei movimenti avanguardistici più rilevanti del Secondo Novecento che prende il nome di “Scuola di Darmstadt” (che comprendeva anche compositori e direttori d’orchestra quali Boulez, Berio e Maderna) e al pensiero fondante della musica elettronica, di cui Stockhausen ha posto le basi.
Nel libro troviamo testi legati a riflessioni sui principi della musica elettronica, sulla spazializzazione del suono, sulla scrittura musicale, sulla percezione e sull’analisi di musiche del passato (come Webern e Debussy, letti per valorizzarne l’invenzione e l’afflato modernista), ma anche ritroviamo gli interrogativi e le risposte che caratterizzano la sua estetica di compositore.
E unitamente alla critica degli autori a lui contemporanei, emergono i temi della composizione strumentale ed elettronica, della notazione, della spazializzazione e di una teoria generale della forma che saranno alla base di lavori come Kontakte, Gruppen e Momente, e che porteranno alle conquiste compositive che si protrarranno fino agli ultimi anni.

Karlheinz Stockhausen (Mödrath 1928 – Kürten 2007) è uno dei riferimenti più importanti per la Nuova Musica a partire dal Secondo dopoguerra e in genere per l’arte e la cultura contemporanee. Giunto rapidamente alla fama internazionale come esponente della cosiddetta “Scuola di Darmstadt”, ha segnato indelebilmente la storia della musica del Novecento attraverso le sue composizioni (più di 370) e i suoi tanti scritti.
A partire dalle prime sperimentazioni con la dodecafonia, il compositore si è volto poi a proporre inediti metodi di composizione: l’utilizzo generalizzato di serie in composizioni puntillistiche, l’adozione di metodi aleatori per la creazione di forme aperte, lo sviluppo di una meta-notazione per l’improvvisazione, l’idea di musica intuitiva e infine la tecnica della Formula, che è uno dei punti più alti mai raggiunti nella storia delle tecniche compositive.
Allo stesso tempo, Stockhausen ha sperimentato nuovi mezzi per la creazione dei suoni portando alla nascita della Musica Elettronica e alla sua promozione come direttore artistico dello Studio di Musica Elettronica della Radio Tedesca (WDR), uno dei primi luoghi al mondo dedicati a questo tema. In questa direzione, ha innovato la produzione e la composizione sperimentando tra i primi l’elettronica dal vivo, la spazializzazione, la sintesi del suono, ma anche rivolgendosi ai problemi della notazione, della teatralità e persino dell’organizzazione musicale.  
L’intera opera di Stockhausen è permeata di tensione spirituale, dai primi brani strumentali e vocali, fino alla realizzazione dei due grandi cicli di lavori che lo hanno occupato negli ultimi trent’anni della sua vita: LICHT – 7 giorni della settimana, ciclo di sette opere, e l’incompleto KLANG – Le 24 ore del giorno.
Instancabile nella sua opera creativa ha composto centinaia di opere di diversa natura. La sua enorme influenza sui compositori e musicisti successivi ha spaziato dalla ricerca più raffinata e colta per arrivare a territori “pop”, dai Beatles al Prog tedesco, fino ad arrivare all’elettronica dei Kratfwerk e di Franco Battiato per finire alla musica techno più ricercata.