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L’Italia potrebbe riaprire il 16 maggio. La previsione di Borrelli gela il Paese

Il capo della protezione civile si sbilancia sulla data di ripresa delle attività. Intanto secondo la stima della Johns Hopkins University ci sono un milione di casi nel mondo, ma il responsabile della sanità australiana afferma che i numeri sarebbero molto più alti. Una discrepanza dovuta “alla mancanza di test a tappeto nella maggior parte dei Paesi”

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03 aprile 2020

L’Italia potrebbe restare chiusa fino al 16 maggio. S evice dalle parole del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, secondo cui “se l’andamento non cambia, potrebbe essere prima come potrebbe essere dopo”. “La situazione” aggiunge, “ora è stazionaria, dobbiamo vedere quando inizia a decrescere. Non vorrei dare delle date, però da qui al 16 maggio potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2”.

Intervistato a Circo Massimo su Radio Capital, Borrelli ha aggiunto che “la decisione va presa dagli esperti che stanno coordinando dall’inizio dell’emergenza la parte tecnico-scientifica. Il comitato tecnico istituito a supporto del Ministero della salute sta lavorando proprio su questo”.

Intanto al 2 aprile erano 115.242 gli italiani risultati positivi al coronavirus dall’inizio dell’epidemia, una crescita di 4.668 casi rispetto a ieri (quando l’incremento era stato di 4.782). Sono i dati forniti dalla Protezione civile nel bollettino delle 18. Si conferma dunque il trend stabile… continua per ulteriori dettagli e approfondimenti su:

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