Lucca, 09/11/2023

Foto di Monia Moccolini

A Lucca Comics & Games 2023 incontriamo Benjamin Lacombe, quarantenne autore e illustratore francese, noto in Italia soprattutto per i lavori con Rizzoli e la serie illustrata di tre volumi sul Giappone edita in Italia da Ippocampo. Il suo interesse per il Giappone nasce dall’infanzia. Essendo cresciuto negli anni ’90 rimase affascinato dai manga e dagli anime televisivi contenuti in trasmissioni come “Club Dorothée ” (un equivalente del nostro Bim Bum Bam).

La sua curiosità lo ha spinto quindi ad approfondire le tematiche delle tradizioni e del folclore giapponese, uno dei suoi primi lavori infatti parla di uno spiritello in un monastero Buddhista.

Oltre all’immaginario giapponese è molto preso dalle atmosfere vittoriane e dalle emozioni che scaturiscono dai racconti di Edgar Allan Poe e Lewis Carrol. Per l’uscita di una nuova edizione, pubblicata sempre da Ippocampo e da lui illustrata, di Alice nel Paese delle Meraviglie e di Alice al di là dello Specchio ha svolto un accurato studio, utilizzando le foto e i disegni originali, per una fusione fra la Alice storica e l’Alice immaginata da Carroll.

Lacombe è un grande ammiratore di Leonardo Da Vinci. Per lui “Leonardo Da Vinci è “la risposta a tutti i problemi”. Quando sente il blocco dell’autore si rifà a Leonardo e il blocco svanisce. Ama moltissimo la natura e questo crea una connessione con Leonardo che era vegetariano. Su questo Lacombe non accetta discussioni (in sala si era aperta una piccola parentesi al riguardo), Da Vinci era vegetariano, punto!

Attualmente sta anche lavorando a un progetto in cui si parla della vita di Da Vinci e del suo amore per il giovane Salai. Ci mostra alcune tavole da lui disegnate che letteralmente ci lasciano senza parole: colorazione perfetta, tratto magnifico.

Si sofferma poi sulla sua versione de “Il ritratto di Dorian Gray”, di come abbia lavorato con un discendente di Oscar Wilde che porta però un altro cognome, la sua famiglia decise di cambiarlo dopo lo scandalo del processo al famoso scrittore, seguito dalla condanna per “sodomia e volgare indecenza”.

Perché spesso Lacombe disegna fantasmi? Perché i fantasmi piacciono, creano un “trauma” nel lettore, un interesse immediato. Però lui non è così cupo nei suoi disegni, ama anche altri progetti più solari, più variamente colorati. Dipende tutto dal testo su cui sta lavorando. Per esempio per “Storie di donne Samurai” ha prediletto il rosso e il viola.

Lacombe collabora attivamente con autori contemporanei, che cerca sempre di stupire, ma ama moltissimo lavorare sui classici, sperando sempre di poter restituire non solo l’atmosfera del libro stesso ma anche i sentimenti genuini degli scrittori del passato.

Monia Moccolini