Yari Lepre Marrani: classe 1981, maturità classica e formazione giuridica conseguita con una laurea in giurisprudenza all’Università degli studi di Milano-Bicocca. Nato e cresciuto a Milano, ha sempre lavorato in questa città come Legal credit specialist e consulente legale. Nel corso della sua vita ho affrontato molte prove emotive che hanno acuito la sua sensibilità già fortemente sviluppata sin dalla nascita. Il viaggio nella scrittura inizia prima dell’Università quando ha iniziato a collaborare con recensioni e poesie al quotidiano “L’Opinione delle Libertà”(2000). La vita l’ha portato a individuare che la sua passione per la scrittura, nata a 7 anni, era ed è la sua strada, la sua ragione di vita e la sua fonte di realizzazione. Si definisce una persona empatica e volitiva, sempre pronta a intraprendere nuove strade di realizzazione senza mai dare valore al verbo “arrendersi”. Un elemento importante della sua vita è stato il suo approccio alla creatività durante l’infanzia. Ha sempre coltivato il contatto con la natura, le montagne, traendone un insegnamento di equilibrio interiore e fisico che ha successivamente voluto trasmettere nei primi componimenti che ha scritto.
Gli studi, il lavoro, l’amore per la narrativa non gli hanno impedito di sviluppare, sin dal liceo, un interesse per la cultura e l’erudizione. Ha così sviluppato una passione accanita, viscerale per tre materie: storia, letteratura, religione giudaico-cristiana.
Giocatore di scacchi sin dalla pubertà, ha vinto da ragazzo alcuni tornei juniores(1996)

Il suo viaggio nella poesia: la sua prima silloge è nata dal suo sentimento di sinergia e amore per la Natura che è la protagonista principale del libro, nelle sue differenti manifestazioni (dolci o brutali).
Tra il maggio 2021 e l’aprile 2022 ha pubblicato due sillogi : “Quel sentiero in mezzo al bosco” (Altromondo editore) e “Liriche crepuscolari”(Giulio Perrone Editore). Entrambi i libri sono stati promossi e presentati nei più rilevanti circoli letterari e in numerose emittenti radiotelevisive (da Radio Lombardia a Alo Web Tv, da Canale Italia a Rai Cultura; presentazioni: “Circolo A. Volta” di Milano, Rotary Club Milano presso i Chiostri Diocesani in Sant’Eustorgio , Cascina Linterno, Mercato Centrale di Milano). Tutte le presentazioni sono state video filmate e caricate su YouTube.

Le sue poesie sono apparse sulla rivista “Poesia del nostro tempo” dove il critico Alfonso Maria Petrosino ha espresso il seguente giudizio: “Yari Lepre Marrani ama le anastrofi, in particolare con gli aggettivi possessivi (“acqua sua lucente”, “cuore tuo puro”, “ai piedi tuoi”), non disdegna le apocopi agli infiniti (“por”, “patir”, “svanir, “comparir”) e indulge in una certa ridondanza aggettivale: la speranza è vana, la salvezza è provvida e i presagi sono oscuri. L’assertività delle frasi e il modo in cui vengono modulate sembrano quelli di una persona animata da una grande fede; e le cose dette (arcangeli, tramonti che annunciano aurore, contrizioni di peccatori) corrispondono a questa modulazione e a quest’assertività. Più che da schermo o da pagina, sono versi da pulpito.”

Il link alla pagina:

https://www.poesiadelnostrotempo.it/laboratorio-di-poesia-martina-derrico-yari-lepre-marrani-e-lorenzo-foltran/

Nel 2022 ha iniziato a scrivere contributi su numerose testate nazionali e locali: La Prealpina, Vivere Milano, Affaritaliani.it (cronaca), Il Pensiero Mazziniano e sui quattro quotidiani diretti dal direttore pugliese Antonio Peragine cioè Stampa Parlamento, Corriere di Puglia e Lucania, Progetto Radici e Il Corriere Nazionale, con i quali collabora periodicamente con articoli strettamente storici o contributi che, partendo dall’analisi di determinati eventi storici, intendono affrontare con piglio originale, perentorio e innovativo l’attualità politica e geopolitica. In occasione del 150° anniversario dalla morte di Alessandro Manzoni è uscito un breve saggio letterario sulla Prealpina, solo in formato cartaceo. Oggi il lungo contributo è presente anche su Stampa Parlamento

https://www.corrierenazionale.net/2023/12/08/ermengarda-e-napoleonecosi-vicini-nel-destino-trasfigurato-dalla-poesia-manzoniana/?fbclid=IwAR1hxR8ZxoouEFKzDkuPX2BcQv3mLnzZzn8PBxjfAuspktdNBaDhzHRAj_8

Sempre sulla Prealpina è uscito il 14/10/2023 un secondo breve saggio storico giuridico incentrato sull’analisi e attualizzazione del pensiero di C. Beccaria. Quest’ultimo contributo è uscito anche sul quotidiano locale Vivere Milano

https://www.viveremilano.info/cultura/beccaria-tra-passato-e-presente.html

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ALCUNE POESIE SCELTE




Cuore d’agnello

Nell’oblio di un crepuscolo ombroso,
su un brumoso sentiero
tra gineprai di viottoli di un borgo misterioso,
sotto una luce soffusa un cuore rosso ho trovato,
deposto a terra, vivo, pulsante, da sé illuminato
e sul fresco terriccio riposava
e un vermiglio bagliore emanava.
Era un cuore grande, molto grande
simile a un bianco agnello piccolo, molto piccolo
appena svezzato a correr su prati, di dolcezza fremente.
Un agnello inerme come le pure emozioni ferite.
Mi approssimai al cuore vibrante a terra
come a voler accarezzare, in esso, l’agnello debole
che sui freschi erbaggi corre,
innocente
come un’anima pia e dolente.
Al cuore rosso mi approssimai
e a stretti passi da esso fui
e d’improvviso la sua vermiglia luce
riaccese la notte, squarciò strati di tenebre
e la scurità divenne vita e la luna divenne sole.
E il bianco agnello per sempre rimarginò
le emozioni più ferite e più pure.

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Macchiato d’argento

Potrà quel gabbiano macchiato d’argento
che luminoso libra e muto come il sole
su chiome fiorenti d’alberi muti, por fine al mio tormento?
Nel suo volteggiare da un pinnacolo all’ altro
è simile all’Angelo che cerchiamo avidamente
nel cuore della vita, dal brio della gioventù
all’estremo ritaglio dell’esistenza che arde l’anziano, avidamente.
Quelle ali dal bianco piumaggio che adombrano il sole,
quell’audace stormo che lo proietta oltre le immote chiome,
verso gli arditi suoni del vento sferzante non hanno nome,
solo diafana purezza protesa verso l’etere, oltre le mute chiome.
Se nel suo fatato, inafferrabile volo
mutasse il mio orgoglioso dolore di uomo
non sarei un individuo solo.
Egli volteggia come lacrima sfuggente,
per un attimo eclissa il raggio solare,
così deciso, sì seducente
egli è volo di vita roteante su altra vita:
la mite natura che l’osserva attonita, stupita.
Perché egli è imperatore del cielo
è alabastro che punge le nebule bianche,
volge l’intrepido sguardo verso le isole cui anelo,
dei cieli è l’alato Angelo,
del mio cuore è virtù simile alla pienezza di un Arcangelo.

Se nel suo fatato, inafferrabile volo
mutasse il mio orgoglioso dolore di uomo
non sarei un individuo solo.

*


Ascolta


Ascolta il frusciare del vento sulle frasche,
la sua dolce melodia sulle siepi umide, sdolcinate.
Ascolta le tenere locuste posarsi sul fogliame
quando il freddo punge i cuori ma ecco il sole
ed esse sono allontanate
e più non sai dove si erano posate.
Ascolta il pettirosso cantante tra le fronde sopite
che il suo estro canoro trasforma in nature dorate
e quando cessa la soave sua melodia
la radura si spegne in ombrosa malinconia.
Ascolta il soffio del tuo cuore puro,
amico mio, fratello,
quando ti risvegli innanzi allo specchio e ti vedi un uomo maturo.
Non cessare di ascoltare i sussurri della vita
che sgocciolano sul tuo corpo e brillano d’energia
e tu, fratello, divieni strumento della loro elegia.
Riposano i nonni, si dileguano gli aviti pensieri,
i pellegrini ascoltano i gorgoglii del fiume tagliato dalla luna
che vi riflette le sue falci quando l’acqua bagna i lidi salmastri.
Ascolta te stesso in silente meditazione:
quando avrai scoperto il diamante della tua ragion di vita
sarai un lume di umana perfezione.
Ascolta il meriggio che passa pigramente,
l’oblio del macchiato crepuscolo che declina sui fiori,
domani sarà l’alba rugiadosa di nuovi amori.

*



Vieni fuoco e nel tuo spirito riposino i miei ricordi


Vieni Fuoco,
brucia le mie stanche membra
e nel tuo spirito riposino i miei ricordi.
A te li dono commosso
per l’energia vitale che ti è madre: raccoglici,
ardi le amarezze che il tempo, misericorde, ha già rimosso.
Tu ricevi il mio corpo, divina brace,
tra le tue lingue di fuoco che solenni s’elevano ai cieli
muoiono e risorgono le vestigia della mia alma dolente e felice
nella tua pira e le mie lacrime divengono lampi d’emozione
che perpetuano la loro carità nei riflessi del tuo fuoco purificatore.
Lacrime dei miei ricordi sì teneri, or pietosi or riflessi di antichi perigli
divampano e struggono, ora, tra il tuo divo lucore.
E se brucerò nel fuoco e nel suo ardore
tra i riverberi del tuo bagliore rivedrò, commosso,
i volti ridenti dei cari miei estinti che amai, abbracciai,
or silenti nel sepolcro ma il cui spirito rifiorirà nel tuo scintillio,
la tua diva forza congelerà le mie lacrime di nostalgia
quando la tua fiamma mi renderà i volti dei buoni che mi hanno carezzato
prima che il foco divoratore, per sempre, mi porti via.
Sì incolpato uomo sono che il mio ricordo non andrà perduto
e nel tuo raggio sorriderò ai cari periti
e le mie lacrime saranno Grazia bruciante che per essi scenderà:
saremo una sola lacrima nell’abbacinante pira che i nostri cuori lontani
riavvicinerà.
Sarà l’incontro di alme un tempo unite
che l’offesa del tempo ha separato
ma se fu grande il suo delitto nel recidere i sentimenti
tanto grande sarà l’estasi commossa che spezzerà lo iato,
mio fuoco, speme ardente cui dono corpo, ricordi, incantati momenti.
Si prepara l’ardente polverio su legna invecchiata
che ti darà la genesi,
il crepuscolare nevischio anticipa il fumo che adombrerà i venti,
s’eleverà alla volta dei cieli, conterrà la mia nemesi.
Le tue fiamme non saranno funereo barlume
come la provvidenziale pioggia che dona acqua alla terra arida
che muore nella siccità.


Vieni fuoco,
brucia il mio cuore peritoso
e che il tuo spirito accolga la mia pace.
Tanto è speranzosa la mia meraviglia
quanto espiatoria sarà la tua scintilla,
sì elevata sarà la mia pace nel tuo seno
sì l’oltraggiosa offesa del tempo assassino
sarà risarcita dalle luci del tuo divampare divino.
La vampa riunirà i cuori, colmerà
l’infruttuosa pena dei ricordi
che trovarono nell’assenza dell’amato perduto il suo principio.
Sarò fuoco incandescente e l’incolpato uomo
diverrà pira ai cieli.
Divino il sogno, sacra la speme che il cuore mi disturba
ora che la legna rinsecchita s’accende,
ora che la brumosa notte risplende.
Tutto è deciso, tuo sarà il mio cuore,
le mie emozioni, i ricordi della mia notte dei tempi ,
muoiono e risorgono memorie di giorni lieti e empi,
sorrisi amorosi e laceranti sconfitte, luci e tenebra.
A te li dono,
per il ruggito d’ardore che ti è padre.

*

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Yari Lepre Marrani