RECENSIONE:

Osservando la locandina dello spettacolo di Sabina Guzzanti che l’attrice sta portando in tournée in vari teatri italiani viene da pensare subito che i caschi coloniali indossati da lei stessa e da Giorgio Tirabassi, suo compagno di palcoscenico, fanno pensare ad avventure ambientate in Africa. E questo concetto è anche corroborato dal titolo della pièce che richiama al famoso romanzo di Hemingway. Il pubblico attende che si apra il sipario ma intanto viene diffuso un dialogo tra i due attori che avviene incautamente a microfono acceso mentre si preparano ad andare in scena ed esprimono pensieri non lusinghieri sugli spettatori. Finalmente a sipario aperto la scena non sembra avere nulla a che fare con il continente africano: un muro sul fondale, un paio di poltrone da teatro sulla sinistra, vari bauli… E infatti a conferma definitiva ecco l’avvertimento dell’attrice che confessa che lo spettacolo che si appresta a rappresentare con il suo collega non è quello annunciato ma “Insulti al pubblico” di Peter Handke. Arrivano dalla platea frasi di scontento e di protesta che aumentano nel momento in cui i due attori cercano di proseguire con lo spettacolo. C’è anche una spettatrice che si lamenta perché quello che vede recitato sul palcoscenico non appartiene esattamente allo scritto di Handke del quale lei aveva fatto la sua tesi di laurea e a nulla serve la spiegazione della Guzzanti che specifica che lo spettacolo non è l’esecuzione letterale del testo dello scrittore austriaco ma un suo adattamento. È palese che i due si trovano a malpartito e si destreggiano nel cercare di interessare il pubblico con vari argomenti arrivando ad aprirsi del tutto e a raccontare la triste condizione degli attori condannati a portare in giro per l’Italia i loro spettacoli, pranzare a ore tardissime, nutrirsi con prime colazioni che sanno di frigorifero dei vari alberghi che li ospitano. Il più lamentoso è lui mentre lei sa mostrarsi più risoluta e appare lampante che tra i due è lei a prendere le decisioni più importanti salvo, quando perde il controllo, mimare i movimenti di un polipo o anche di un lupo cattivo che digrigna i denti e lancia versi minacciosi.

Metateatro in cui gli interventi degli spettatori sono in realtà già predisposti, e non potrebbe essere che così, per permettere ai due attori di portare avanti la loro recita che può anche intendersi come un work in progress a seconda della sua durata nel tempo. Questo perché i temi affrontati dalla Guzzanti nel suo testo sono attuali e hanno per argomenti diversi che vanno dallo sfruttamento dello straniero all’identità di genere (quando deve definire la personalità del suo collega lo definisce “fluido” malgrado le sue proteste. Ma lei appare essere ben consapevole di quello che dice). In tal senso lei sembra avere diverse frecce acuminate da lanciare con il suo arco. Il tutto è portato avanti con l’ironia graffiante che la contraddistingue e che rappresenta la sua dote maggiore di drammaturga e di attrice.

Nello spettacolo non manca un terzo personaggio che si vede da un grande schermo fatto calare sul frontale ed è quello interpretato ancora dalla Guzzanti che indossa i panni della scrittrice del testo originario dello spettacolo che sarebbe dovuto essere recitato, proprio quel “Verde colline dell’Africa” che poi è stato stravolto nella messa in scena perché “contaminato” da quello di Handke. Quando si chiude il sipario perché lo spettacolo è finito, il pubblico non applaude, né si alza, e in effetti un’altra sorpresa lo attende. E quando lo spettacolo termina veramente e gli attori vengono a raccogliere generosi applausi di gradimento alle loro spalle il fondale riporta la foto del finale di “Shining” ma a sorridere in primo piano non è Jack Nicholson…

Le ultime tre repliche sono previste a partire da questa sera e fino a domenica 3 marzo con gli orari indicati in calce.

Visto il giorno 28 febbraio 2024

(Carlo Tomeo)

Le verdi colline dell’Africa

con Sabina Guzzanti e Giorgio Tirabassi 
scritto e diretto da Sabina Guzzanti 
aiuto regia Gabriele Paolocà
sound design Gianluca Meda
light design Giovanni Garbo
macchinista di scena Raffaele Basile 
produzione Infinito Teatro e Argot Produzioni 
con il contributo della Regione Toscana
in collaborazione con ATCL e AMAT

1° marzo: h. 19,30 – 2 marzo: h. 20,30 – 3 marzo: h. 16,30

TEATRO CARCANO
Corso di Porta Romana, 63 – Milano – MM Crocetta
T 02-55181362 info@teatrocarcano.com