L’ufficializzazione della candidatura di Cirio in Piemonte, insieme alla conferma di Bardi in Basilicata e Tesei in Umbria, rappresenta un segnale che deve spingere il centro-sinistra a muoversi rapidamente verso un’unità più ampia possibile. Mentre la destra, dopo l’effetto valanga in Sardegna, stringe i ranghi, è essenziale per il centro-sinistra accelerare i tempi senza perdersi in distinguo identitari, lavorando con determinazione per vincere in tutte le regioni in cui si andrà al voto.

Il Partito Democratico piemontese continua a operare per una coalizione ampia, equa e competitiva, focalizzandosi sui punti di convergenza, in particolare sulla difesa e il rilancio della sanità pubblica, in crisi a causa delle politiche della destra che guida il governo e la regione.

È urgente ampliare la coalizione coinvolgendo tutte le forze politiche alternative alla destra meloniana, come Azione, Italia Viva e Movimento 5 Stelle. Le parole di Calenda sulle regionali dovrebbero essere un incoraggiamento per riconsiderare alcune scelte annunciate in Piemonte nei mesi scorsi.

Rispetto alle affermazioni del Presidente Cirio sul desiderio di continuare quanto avviato, è fondamentale che il centro-sinistra lavori per presentare un’alternativa forte e credibile. Non si tratta di essere “contro”, ma “per” una sanità pubblica efficiente, trasporti pubblici funzionanti, tutela dell’ambiente e difesa dei cittadini più vulnerabili.

Chi non comprende questa necessità condanna il Piemonte a ulteriori cinque anni in cui su questi temi si farà l’opposto di ciò che dovrebbe essere fatto. I piemontesi meritano di più, e spetta al centro-sinistra assicurare che il prossimo futuro della regione sia guidato da politiche attente alle reali esigenze della popolazione.